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Panoramica mercati settimana del 11 maggio

Pubblicato 11.05.2015, 09:43
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Volatilità in deciso aumento in settimana, con repentine variazioni di tendenza su azionario e obbligazionario. I supporti “tecnici” e poi i buoni dati sull’occupazione USA rimettono le cose a posto nel finale, con gli indici Europei che chiudono in moderata positività dopo decisi affondi.

Se il ribasso delle ultime settimane sia finito qui è presto per dirlo, anche se sembrano esserci le condizioni. La prossima settimana la Grecia dovrà rimborsare una cospicua rata del debito al FMI e dopo le tante dichiarazioni ci sarà una importante prova dei fatti che renderà il quadro un po’ più chiaro.

Settimana folle sul mercato obbligazionario, con crolli repentini che hanno portato i rendimenti europei al periodo pre-QE. Ricucitura sul finale, presumibilmente con l’intervento delle banche centrali. Un crollo che è andato comunque a minare un po’ di certezze, ma è evidente che rendimenti reali prossimi allo zero (o negativi) non possono essere acquistati all’infinito.




USA: il fuoco amico della Yellen in settimana (“alcune imprese USA sono sopravvalutate”) aveva fatto temere il peggio, ma alla fine il tasso di disoccupazione a 5,4% (a nuovi minimi dal 2008, e ben lontano dal 10% del 2010) fa chiudere la settimana in sostanziale pareggio, con l’indice principale che sembra maturo per un ennesimo allungo e quindi nuovi record storici. Vedremo se dopo 2 mesi di tentativi sarà la volta buona.




Europa: non esaltanti i dati macro arrivati in settimana (PMI e vendite al dettaglio in leggera contrazione), ma per ora prevalgono i livelli di supporto ed il traino di Wall Street, che regalano ottimi recuperi nel finale. Si chiude con incrementi tra l’1% ed il 2%, con un quadro piuttosto omogeneo. Dax che reagisce dal livello di supporto di 11.200 chiudendo con una candela settimanale che lascia presagire un ripristino della tendenza rialzista nelle prossime settimane. Regoliamo comunque il supporto principale di medio periodo a 10.800, mentre al rialzo il superamento di 12.000 aumenterebbe le probabilità di vedere nuovi massimi




Italia: chiude ben sopra a 23.000 punti, fornendo un interessante spunto rialzista in reazione dal primo livello di supporto di area 22.500. Quadro tecnico che non varia, con supporti principali a 21.900 e prime resistenze visibili tra 24.000 e 24.500





Di seguito il grafico settimanale del future BTP Italia, con prezzi che rompono la trend-line rialzista con violenza per poi recuperare nel finale, reagendo con precisione dal primo livello di supporto. La logica dice che finché c’è il QE in giro sarà difficile avere crolli rilevanti, ma anche che sarà difficile assistere a rilevanti nuovi massimi visti i bassi rendimenti (a meno di un accentuarsi della spirale deflattiva...). Scenario più probabile quindi una lateralizzazione per alcuni mesi tra i recenti minimi ed i massimi di marzo. Supporto di lungo periodo comunque in area 126, per ora poco probabile.




Asia: si concretizza lo storno per l’indice di Shangai, che perde il 5,3% in settimana. Indice PMI Cina a 48,9 (minimi da un anno), ma al di là di questo ha prevalso la voglia di prendere profitto nel breve. Deboli anche Corea e Giappone, leggermente positiva l’India che prova a reagire da fondamentali livelli di supporto. Quadro dell’indice indiano dubbio, la rottura dei supporti attiverebbe una pericolosa figura di testa e spalle ribassista con potenziale target fino a 23.000. Per ora la figura non è ancora attiva, ma pericolo scampato solo con un ritorno sopra 29.000 punti (spalla destra)




Latin America: indici positivi in settimana, con prezzi che continuano ad avere una buona correlazione con i prezzi del Petrolio in questa fase. Indice Brasiliano che estende i rialzi fino alla resistenza più lontana, oltre i 58.000 punti. Si fa più interessante la storia per questo indice nel lungo periodo, anche se a mio avviso non sono da escludere ritracciamenti da questi livelli o da area 60.000. Proviamo comunque a disegnare una nuova trend-line rialzista che parte dai minimi di Gennaio, che fornirebbe un interessante opportunità di entrata in caso di ritracciamenti




Metalli: solo il Nickel brilla in positivo con un +3,4% settimanale, poche variazioni per gli altri. Forte volatilità sui metalli preziosi sull’uscita dei dati USA ma alla fine piccole variazioni che non cambiano il quadro complessivo. Guardando all’Argento buon rialzo settimanale (+2%) ma prezzi che si fermano per ora con precisione sulla prima trend -line ribassista. Si procede senza una vera direzionalità ormai da 6 mesi.





Agricoli: poco da segnalare per i grains dal punto di vista grafico (a parte reazione per il Frumento da nuovi minimi), spicca tra i coloniali il buon rialzo dello Zucchero (+3,9%), anche grazie al miglioramento del Real brasiliano contro USD. Tengono i recenti minimi ed in caso di continuazione del rialzo vi sono le prime resistenze statiche e dinamiche poco sopra area 14. Bene anche il Cacao, anche esso in prossimità delle resistenze evidenziate le scorse settimane.





Energia: Petrolio in ulteriore moderato avanzamento ma ritraccia da un nuovo massimo relativo di 62, andando a chiudere sotto il livello di resistenza di area 60. Questo movimento non interrompe per il momento il quadro rialzista di breve periodo ma rende più probabili ritracciamenti sull’area di supporto, che possiamo collocare in zona 53-54. Per la prima volta da quatto mesi abbiamo assistito ad un calo delle scorte, che se dovesse continuare potrebbe alimentare nel tempo ulteriori rialzi.




Eur-USD: stabilizza in settimana, poco influenzato dai dati in arrivo sul mercato del lavoro USA. Il quadro di breve rimane improntato al rialzo e siamo in prossimità del livello di resistenza di medio periodo (quota 1,15) quasi raggiunto in settimana (Max 1,1390). Non vi sono a mio avviso ancora segnali chiari per un riposizionamento al ribasso, che avrebbe maggiori probabilità di ripresa con una chiusura settimanale sotto 1,10, attuale supporto di breve. A questi livelli giusto segnalare anche un ulteriore livello di resistenza di lungo periodo- in area 1,20- dove vi sono i minimi relativi di Luglio 2012 ed un eventuale incrocio con la media mobile a 50 periodi (sul settimanale), in progressivo avvicinamento ai prezzi.




Riccardo Zarfati

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