Nel sistema dei pagamenti internazionali predominano dollaro ed euro con quote vicino al 35-40% a testa. Molto più arretrata la sterlina inglese con una percentuale vicina al 7% e più indietro yen e yuan. La valuta cinese “pesa” solo per il 2,2%, quando il suo peso economico e negli scambi internazionali è molto maggiore.
Il grafico sotto mostra il peso delle maggiori valute all’interno del sistema swift, la piattaforma di pagamenti internazionali, salita alla cronaca dopo che le sanzioni contro la Russia hanno bloccato i pagamenti in rubli tramite questa piattaforma.
L’adozione di uno yuan digitale di fatto dribblerebbe l’uso dello swift da parte della Cina e dei suoi partner commerciali. Anche in un caso ipotetico, dunque, non si riuscirebbe a sanzionare la Cina come appena fatto con la Russia. Ma questo è solo un piccolo aspetto, il più importante è che lo yuan acquisterebbe potere nell’ambito delle valute di riferimento a detrimento di dollaro ed euro.
Nei mesi scorsi l’Arabia Saudita aveva aperto alla possibilità di permettere i pagamenti in yuan del greggio esportato in Cina. Ad oggi il Paese della grande muraglia è il primo al mondo a livello di importazione di petrolio che si trova a pagare in valuta estera.
Gli Stati Uniti sarebbero pronti a vietare l’uso di yuan su Google (NASDAQ:GOOGL) e Apple (NASDAQ:AAPL) Pay, mentre la nuova valuta è già adottata da WeChat e Alipay e si sta allargando a moltissime piattaforme di e-Commerce e non solo cinesi.
Le nuove valute digitali “coniate” dalle banche centrali si pongono davvero come concorrenti delle criptovalute. Nel video approfondiamo questi temi e le differenza tra cripotovalute, smart contract e valute digitali.
Per maggiori approfondimenti sull'argomento guardare il video, i cui daremo uno sguardo ai mercati:
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