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Petrolio e oro in attesa della testimonianza di Powell

Pubblicato 20.06.2023, 12:04
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  • I tagli dei tassi in Cina e gli aumenti della BCE hanno messo in tensione i mercati; attesi indizi da Powell
  • Prezzi del greggio in calo negli scambi di questo martedì, oro in leggero rialzo
  • Scorte di greggio globali in aumento malgrado i tagli alla produzione annunciati dai sauditi
  • Il troppo stroppia: è il caso dei tagli dei tassi cinesi e degli aumenti di quelli europei. Aggiungiamo la possibilità che la Fed alzi i tassi di interesse ancora una volta a luglio dopo la pausa di giugno, e il risultato sono dei mercati in tensione, dal petrolio, all’oro, all’azionario.

    Negli scambi della mattinata asiatica di questo martedì, dopo la festività del Juneteenth negli USA ieri, i prezzi di greggio e benzina sono tornati in rosso, mentre i lingotti registrano un lieve rialzo. Sotto pressione anche i future dei principali indici a Wall Street.

    Tutto questo mentre gli investitori pensano all’ennesimo taglio dei tassi in Cina alla luce del crescente pessimismo per le sue prospettive economiche per quest’anno.

    Crescono infatti i timori per la crescita cinese a seguito dell’ultimo taglio del loan prime rate, o LPR, arrivato dopo che una serie di importanti banche di investimento, compresa Goldman Sachs, hanno abbassato le previsioni sul prodotto interno lordo di Pechino per quest’anno.

    Il taglio del tasso LPR questo martedì era stato messo in conto dai mercati.

    Ma, sebbene il Paese stia importando e raffinando petrolio ad un ritmo quasi da record, i mercati temono che gli stabili aumenti delle scorte e la debole domanda di carburante, soprattutto se la crescita economica dovesse peggiorare, possano pesare sulle importazioni nel corso dell’anno.

    La Banca Centrale Europea giovedì ha invece annunciato un nuovo aumento dei tassi da 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 4%.

    La banca sta alzando i tassi dal luglio 2022 nel tentativo di far scendere l’inflazione. L’ultima lettura sull’inflazione ha rivelato che i prezzi si sono raffreddati più rapidamente del previsto, con un 6,1% per maggio.

    Malgrado questo recente rallentamento, la BCE ha alzato le sue aspettative sul tasso generale e core per quest’anno ed il prossimo. Ora si aspetta un’inflazione generale del 5,4% per quest’anno, del 3% per il 2024 e del 2,2% per il 2025.

    I mercati si concentreranno sulla testimonianza del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell questa settimana, che probabilmente offrirà indizi sui tassi e sull’economia quando si rivolgerà al Congresso domani.

    La prospettiva di un aumento dei tassi USA sta pesando parecchio sul greggio quest’anno: i trader temono che il peggioramento delle condizioni economiche con la politica monetaria inasprita possa pesare sulla domanda petrolifera.

    Le scorte statunitensi dovrebbero restare tese nel breve periodo.

    Ma la prospettiva di una recessione spegne ogni ottimismo per una riduzione delle scorte.

    Le scorte di greggio globali restano alte malgrado i recenti tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita. Recenti report mostrano esportazioni di greggio iraniane ai massimi di cinque mesi a maggio, mentre le spedizioni di greggio russo verso India e Cina sono rimaste robuste per tutto il mese.

    Al momento della scrittura, il West Texas Intermediate scende di 48 centesimi, o dello 0,7%, a 71,03 dollari al barile.

    I grafici tecnici suggeriscono un calo sotto i 68 dollari, sebbene sia probabile anche una svolta al rialzo verso i 75 dollari, afferma Sunil Kumar Dixit, chief technical strategist di SKCharting.com. Aggiunge:

    “Nonostante una chiusura di settimana positiva, l’azione di prezzo resta intrappolata nel range della SMA su 200 settimane, del supporto di 67,40 dollari e della resistenza orizzontale alla Banda di Bollinger media settimanale di 74,40 dollari.

    Una rottura sopra questa zona di resistenza aprirà la strada al prossimo rialzo, puntando alla EMA su 50 settimane di 79,20 dollari. Ma la EMA su 5 settimane posizionata dinamicamente a 71,50 dollari vedrà il petrolio ritestare la SMA su 200 settimane di 67,40 dollari”.

    Per quanto riguarda l’oro, il contratto sul Comex a New York scende di 1,50 dollari, o dello 0,1%, a 1.960,80 dollari l’oncia.

    Come nel caso del petrolio, l’incertezza per l’aumento dei tassi di interesse, insieme ai segnali misti circa una potenziale recessione quest’anno, hanno mantenuto l’oro in un range di trading stretto nell’ultimo mese.

    I prezzi si sono mossi perlopiù tra i 1.925 e i 2.000 dollari l’oncia, con pochi fattori che consentano un breakout in una delle due direzioni.

    Sebbene la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse abbia limitato i rialzi dell’oro, il metallo prezioso resta supportato dalla domanda di asset rifugio, con gli investitori che si preparano ad una potenziale recessione quest’anno.

    Spiega Dixit di SKCharting:

    “Le prospettive per la settimana continuano ad essere di movimenti laterali, con il potenziale di una correzione bearish a ritestare i 1.925 dollari, estendendosi a 1.913-1.900 dollari.

    Al contrario, un sostenuto consolidamento sopra la DMA su 100 di 1.942 dollari aiuterà l’oro a riprendere la sua avanzata verso i 1.967 dollari. Sopra questo livello, la successiva zona di resistenza di 1.975-1,978 dollari è una sfida per i tori, che devono superarla per avanzare fino alla regione dei 1.990-2.005-2.015 dollari”.

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    Nota: Il contenuto di questo articolo ha scopo puramente informativo e non rappresenta in alcun modo un consiglio a comprare o vendere nessuna materia prima o asset correlato. L’autore, Barani Krishnan, non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive. Solitamente utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie.

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