Si è chiuso un mese fortemente negativo per Piazza Affari: -8.7%.
Le vicende di alcune società importanti del listino milanese come MPS, Finmeccanica, Saipem ed Eni hanno cominciato a far scricchiolare quel trend rialzista partito da luglio 2012 ed il cui colpo di grazia è arrivato dal voto del week end scorso.
Sembra così lontano gennaio, con il massimo toccato dall’indice FTSE Mib a 17.983 punti.
Wall Street, invece, registra il quarto mese consecutivo con il segno più per l’indice S&P500, sempre attaccato ai top assoluti.
Fanno ancora meglio l’inglese FTSE100, la cui striscia positiva dura da 9 mesi ed il giapponese Nikkei a quota 7.
Sarà solo una coincidenza che questi ultimi due Paesi sono quelli in cui la propria valuta ha conosciuto un forte deprezzamento nello stesso periodo?
L’analisi intermarket dice che l’obbligazionario tedesco, il bund, ha una configurazione grafica tale che potrà portarlo verso i massimi storici.
Così come una valuta che segue in modo inverso l’azionario, il dollaro canadese, ha registrato ieri un nuovo minimo dell’anno nei confronti del dollaro americano.
Sono questi due segnali, bund e USD/CAD, per niente positivi per Wall Street & Company.
Conferma, invece, il trend negativo l’oro, giunto al quinto mese consecutivo in rosso.
Persi ben 5 punti percentuali a febbraio e ritorna la possibilità di un nuovo test del supporto in area 1.570$.
ANALISI EUR/USD
L’euro ha perso a febbraio il 4% nei confronti del dollaro.
E pensare che aveva iniziato il mese con il nuovo massimo dell’anno a 1.3711.
Da lì vi è stato poi un crollo di 700 pips circa.
In questo momento siamo nuovamente in prossimità del supporto in area 1.3050.
Poi la soglia psicologica a 1.30, dove molto probabilmente sono posizionati molti stop e quindi il primo vero supporto in zona 1.29.
La settimana prossima si riunisce la BCE.
ANALISI USD/JPY
Lo yen ha perso un ulteriore punto percentuale nei confronti del dollaro nel mese appena chiuso.
E’ in corso il tentativo di violazione del vecchio supporto di breve in area 92.50.
Sono oramai quattro sedute che il cambio sosta sotto tale livello.
Più in basso vi è la soglia psicologica a quota 90 e quindi il supporto in zona 88.50.
A nord del grafico, la resistenza è sui massimi dell’anno in area 94.50.
ANALISI AUD/USD
E’ stato un febbraio negativo (-2%) per l’australiano.
Ieri sembrava proiettato verso 1.03, ma poi la chiusura è stata vicino a 1.02.
Siamo in una fase di correzione dalla resistenza a 1.055, il cui target è sul supporto in zona 1.015.
ANALISI NZD/USD
Il kiwi sembrava godere di ottima salute, con il nuovo massimo del 2013 a 0.8534 un paio di settimane fa circa.
Ma il calo accusato nella seconda parte del mese, ha portato il neozelandese a chiudere febbraio con una perdita di quasi 2 punti percentuali nei confronti del dollaro.
Il movimento ribassista dovrebbe esaurirsi sui supporti in area 0.82/0.81.
ANALISI GBP/USD
Il cable resta in stand-by, nel range di prezzi 1.52/1.50.
Bisogna considerare che viene da un febbraio in cui ha ceduto il 4.45% sul dollaro.
E’ quindi la quiete prima della tempesta, perché, una volta superata la soglia psicologica a 1.50, ci sarà un crollo fino al supporto in zona 1.44.
Dei segnali di ripresa potranno vedersi solo sopra 1.53/1.5450.
La settimana prossima c’è il meeting della Bank of England.
ANALISI USD/CAD
I segni di debolezza apparsi nelle ultime sedute, si sono subito diradati come nuvole con il nuovo massimo dell’anno registrato ieri a 1.0313.
Siamo dentro la resistenza in area 1.03, ma il cambio non sembra avere alcuna intenzione di fermare la propria corsa al rialzo.
Vedremo cosa accadrà se dovesse arrivare sul successivo livello a 1.04, sui massimi del 2012.
Febbraio è stato chiuso con una performance positiva del 3.39%.
ANALISI USD/CHF
Anche per il dollaro/franco svizzero la pausa di questi giorni rappresentava solo un momento per riprendere fiato.
Infatti, da ieri è tornato a correre e sembra pronto ad aggiornare il max del 2013.
Per USD/CHF è stato un febbraio molto positivo: +3.07%.