Release veramente poco incoraggianti dal fronte americano quest'oggi, in grado di porre un freno al rally del dollaro che da diversi giorni stava manifestando la propria forza.
Il 9 maggio infatti la release sui sussidi di disoccupazione USA era tornata ai minimi dal 2008, facendo segnare l'ottimo valore di 323K.
Da quel momento si è avuta la scalata generale del dollaro contro tutte le altre valute.
Oggi tuttavia i fondamentali sono andati a scaricare i grafici come a completare un quadro perfetto che vede tecnica e dati macro in perfetta simbiosi.
Sembra quasi che a volte ci sia una relazione di fondo latente che tenda perennemente all'equilibrio e risponda perfettamente alla legge di azione-reazione.
I grafici che si erano caricati da ormai una settimana hanno oggi ricevuto l'impulso per andarsi a riequilibrare almeno in parte.
D'altra canto se l'uomo è figlio della natura e la finanza è creazione dell'uomo, quest'ultima risponde alle stesse leggi naturali.
Nell'ultimo Beige Book si poteva leggere che pressochè tutti i settori erano in lento miglioramento. Sebbene si potessro nutrire dei dubbi, almeno l'occupazione sembrava realmente in miglioramento.
Sì, fino ad oggi. Tra ieri e oggi si sono visti dati preoccupanti in merito a occupazione, inflazione e produttività, con l'Empire State di New York e l'indice di produzione di Philadelphia tornati in territorio negativo.
Ardua scelta pertanto per la FED se uscire gradualmente o meno dal massiccio QE in atto.
In campo europeo, una moneta unica ostinata e sostenuta dai pesanti acquisti di obbligazioni degli stati periferici da parte di investitori esteri e non solo. I dati macro evidenziano del resto un'Europa in pesante recessione.
Diversi tuttavia sono gli spunti operativi che la situazione attuale ci offre per la settimana a venire, dal momento che domani è una giornata quasi priva di market mover.
La giornata attuale si presta come impulso per dei pullback che una volta esauriti ci possono fornire nuovi punti di ingresso.
EUR/USD
1.3070 il punto di rottura della trendline di supporto. Dopo i dati odierni probabili sono gli approdi a 1.2950 e 1.30 (50% circa della discesa). Proprio l'1.30 è un livello di attrazione per i prezzi, monitoriamo pertanto il cambio per entrare short sulle resistenze citate con target a 1.2840 e 1.2750.
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GBP/USD
Rotta la trendline di supporto della bandiera a 1.5350 circa. Probabile pertanto un pullback sulla stessa in area 1.54-1.5430, area di forte resistenza peraltro. Entrata short su questi livelli con target a 1.52 figura.
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USD/JPY
Tutta l'area intorno a 102 sta dimostrando una buona tenuta; in caso di superamento a ribasso è interessante vedere se il cambio riesce a raggiungere l'importante area di supporto a 101.20-101.40, dalla quale si possono ipotizzare ingressi long dato il buon risk reward offerto. Target sui massimi a 102.75, o in estensione oltre 103, ma è comunque meglio alleggerire la posizione sui massimi precedenti per monetizzare almeno metà posizione.
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NZD/USD
Ottime opportunità anche per il cambio NZD/USD. Vi rimando al mio articolo di ieri per i livelli. Essendo stata molto più sostanziosa la discesa di questo cross rispetto agli altri, si può valutare un'operatività long sui supporti e short in seguito al raggiungimento delle resistenze citate nell'articolo con target nuovamente sui minimi di oggi.
Doppia operatività quindi che sconsiglierei per gli altri 3 cross, in quanto molto più ristretta l'escursione e direzionalmente più impostati a mio avviso. In altre parole per fare un esempio, personalmente non mi metterei long sull'EUR/USD o tantomeno short sul USD/JPY in quanto vedo un trend ben definito. Ugualmente per la sterlina che, dopo aver sforato a ribasso la bandiera sopracitata, mi sembra abbia confermato il downtrend in atto da inizio anno.
Saluti e buon trading.