Uno dei settori maggiormente penalizzati dall’esplosione della pandemia da Coronavirus è quello petrolifero. Il comparto ha sofferto del crollo del petrolio WTI, con la materia prima che ha toccato per la prima volta nella storia i -40 dollari al barile a causa dello shock della domanda e da un eccesso di offerta. Sul primo punto, con il sostanziale stop dei movimenti di cose e persone avvenuto durante il lockdown si è assistito ad una contrazione della domanda di oro nero.
Dal punto di vista dell’offerta invece è da evidenziare come si sia verificato un surplus che è stato capace di riempire la totalità dei siti di stoccaggio. In questo senso l’OPEC+ ha cercato di ridurre questo eccesso tagliando la produzione e nel frattempo molte società attive nel campo dell’estrazione e raffinazione della materia prima sono fallite in USA a causa dei prezzi troppo bassi che non garantivano guadagni sufficienti.
Questi eventi e la riduzione delle misure di contenimento dovute ai lockdown hanno contribuito ad un rialzo del petrolio WTI, che nelle recenti sedute è tornato a veleggiare sui prezzi di inizio dello scorso marzo. Un aiuto alle quotazioni potrebbe arrivare anche dagli effetti dell’uragano Laura che si è abbattuto con venti superiori ai 200 chilometri l’ora sulle coste statunitensi tra Texas e Louisiana.
Gli effetti della tempesta, più potente dell’uragano Katrina di 15 anni fa, potrebbero dare ulteriore spinta agli acquisti sulla materia prima. Questo perché il blocco delle attività legate al settore petrolifero dovrebbe causare una riduzione della produzione di 1,56 milioni di barili al giorno. Nel breve periodo un rialzo della commodity potrebbe aiutare le quotazioni di Saipem (MI:SPMI) in Borsa, che nel 2020 hanno lasciato sul terreno il 58,44%. È sicuramente vero che le prospettive per il settore petrolifero in senso stretto non sono rosee. Oltre alle paure di una seconda ondata della pandemia, si deve considerare anche come si stia verificando una transizione energetica per ridurre le emissioni inquinanti con le energie pulite.
Saipem: quadro tecnico e fondamentale
Nei primi sei mesi del 2020 i conti di Saipem non hanno di certo brillato. Nel periodo l’azienda ha registrato ricavi per 3,675 miliardi di euro (-18,68% rispetto alla prima metà del 2019) e una perdita di 885 milioni di euro (utile di 14 milioni di euro nel 1° semestre 2019). La versione del dato “adjusted” (al netto di componenti straordinarie) vede invece una perdita a 132 milioni di euro (utile di 60 milioni di euro nel medesimo periodo dell’anno scorso). L’EBIT “adjusted” si è invece attestato a 42 milioni di euro, segnando una flessione dell’86,4% rispetto ai 308 milioni di euro della prima parte del 2019.
La guidance annunciata a febbraio 2020 è stata ritirata e i vertici di Saipem hanno deciso di ridurre gli investimenti tecnici di 200 milioni di euro. Mentre nel lungo periodo l’azienda sta affrontando un positivo percorso di transizione energetica, nel breve si potrebbe verificare una rotazione settoriale che da parte degli investitori che permetterebbe di far rialzare la testa a quei titoli fortemente penalizzati in questo rialzo generalizzato dei mercati. In questo senso ad aiutare sarebbero anche i recenti avvenimenti che stanno sostenendo i prezzi del petrolio WTI.
Da un punto di vista grafico le azioni Saipem (MI:SPMI) mostrano un quadro interessante. La conformazione che hanno assunto i prezzi nelle ultime settimane è simile a quella che si è verificata tra fine 2008 e inizio 2009, quando dopo una fase di congestione a seguito di un ribasso è iniziato un percorso ascendente. Sebbene la violazione del supporto a 2,9241 euro sia stata negativa, le quotazioni stanno costruendo una potenziale figura di doppio minimo corroborata da una divergenza di inversione bullish sull’RSI settato a 14 periodi. Un primo segnale positivo si avrebbe con la violazione della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi di giugno e della terza ottava di luglio 2020.
Un successivo superamento della zona dei 2,50 euro di fatto confermerebbe il modello di reversal, aprendo la strada a un potenziale allungo verso i 3,50 euro, dove transita la linea trendline disegnata con i top di ottobre 2018 e aprile 2019. Chiusure settimanali al di sotto del supporto a 1,7698 euro sarebbero invece negative per il titolo, con i venditori che avrebbero la possibilità di effettuare un’accelerazione verso il successivo sostegno a 1,4116 euro.
Investire in Saipem (MI:SPMI) con i Certificati
Il potenziale recupero dei prezzi del petrolio, l’ipotesi di una rotazione settoriale verso i modelli di business più tradizionali e l’aspetto tecnico ci fa guardare con interesse al Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale (PA:SOGN) con ISIN LU2088514620. Il prodotto è stato emesso lo scorso 17 luglio sul SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di 88,496 euro e consente di ottenere un potenziale rimborso lordo di 100 euro. La condizione per ottenere questo guadagno è rappresentata dal prezzo di Saipem (MI:SPMI), che alla Data di Valutazione Finale prevista per il prossimo 11 dicembre dovrà essere superiore alla Barriera, posta a 2,007 euro.
Perché questa possibilità si verifichi è necessario che entro tale data il prezzo del titolo della società guidata da Stefano Cao recuperi almeno il 10,86% del suo valore. Se alla Data di Valutazione Finale le azioni Saipem avessero un valore pari o inferiore alla Barriera, il Certificato replicherà la performance negativa del sottostante moltiplicata per il Valore Nominale, con conseguente perdita sul capitale investito. Al momento il Certificate passa di mano a 76,3 euro: il potenziale guadagno percentuale sarebbe di circa il 31%. Il vantaggio principale di questo prodotto è che scadendo entro l’anno permette di recuperare eventuali minusvalenze del 2016 presenti nello zainetto fiscale, che vengono accantonate fiscalmente per 4 anni. Ciò significa che gli eventuali redditi diversi registrati nel periodo possono venire incassati al lordo della tassazione del 26% fino a compensazione del totale delle perdite. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il sito dell’emittente.
PAGINA PRODOTTO – ISIN LU2088514620.
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