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Rally post-split di Tesla difficile da giustificare con i fondamentali

Pubblicato 14.08.2020, 11:59
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Lo split di un titolo azionario avviene quando una compagnia divide le azioni esistenti in più azioni. Tecnicamente parlando, gli split del titolo non cambiano il valore di una compagnia o i possedimenti degli investitori.

Questa strategia, tuttavia, riduce il prezzo delle singole azioni, rendendo un titolo più accessibile agli investitori retail, soprattutto quando il prezzo delle azioni raggiunge un livello considerato troppo alto per i piccoli investitori.

Un prezzo più basso può rendere il titolo più allettante agli occhi di un’ampia gamma di investitori, dal momento che non tutti potrebbero permettersi un titolo prezzato a 1.640 dollari come nel caso del produttore di auto elettriche Tesla (NASDAQ:TSLA).

Il rally del titolo di Tesla da quando la compagnia ha annunciato lo split dimostra la crescente influenza degli investitori retail su un mercato in cui i grandi investitori istituzionali hanno scelto di giocare un ruolo secondario dall’inizio della pandemia di COVID-19.

All’inizio di questa settimana Tesla aveva annunciato uno split 5x1, decisione pensata per rendere il titolo meno costoso dopo l’impennata del 300% di quest’anno. Il titolo di Tesla ha chiuso con un balzo del 13,12% mercoledì, con gli investitori che hanno continuato a farlo schizzare dopo la notizia dello split. Ieri, il titolo è rimbalzato di nuovo di poco più del 4,2%, chiudendo a 1.621,00 dollari. Tesla comincerà gli scambi delle azioni adeguate allo split il 31 agosto.

Tesla 1-Week Chart

Grafico Tesla su una settimana

Ad un certo punto il mese scorso quasi 40.000 titolari di conti Robinhood hanno aggiunto azioni della casa automobilistica in un arco temporale di quattro ore. L’impennata è stata un toccasana per le altre compagnie di auto elettriche, alcune delle quali devono ancora di fatto produrre veicoli.

“Lo split del titolo è una presa d’atto del fatto che il mercato è sempre più influenzato dai singoli investitori, compresi quelli che cercano di avere esposizione ai trasporti di prossima generazione”, afferma Ben Kallo, analista di Robert W. Baird che dà a Tesla l’equivalente di un rating “hold”, in una nota riportata da Bloomberg.

La frenesia dei retail

Oltre allo slancio creato dallo split del titolo, il titolo di Tesla è richiesto anche in vista della tanto attesa inclusione nell’ambito indice S&P 500. La casa automobilistica è diventata papabile per un posto all’interno dell’indice S&P 500 dopo aver riportato profitti per quattro trimestri di fila. Se dovesse succedere, diventerà un acquisto obbligato per fondi comuni di investimento ed ETF che replicano l’indice di riferimento. Almeno 1,6 mila miliardi di dollari di fondi comuni ed ETF seguono l’indice S&P, in base ai dati di Morningstar Direct.

Per gli investitori a lungo termine che comprano titoli in base alla loro forza fondamentale, questo non è sicuramente un buon momento per acquistare Tesla, secondo noi. La frenesia dei retail, alimentata dagli ordini di stare a casa, ha reso la valutazione di Tesla quasi impossibile da giustificare.

Il titolo di Tesla ora è scambiato a 217 volte gli utili stimati su 12 mesi, contro le 14 volte di General Motors (NYSE:NYSE:GM). La sua capitalizzazione di mercato da 306 miliardi di dollari è più del doppio del valore di Toyota Toyota (NYSE:TM) e Ford (NYSE:F) messi insieme.

Per quanto riguarda il generare profitti, vale la pena notare che Tesla non sta facendo più soldi vendendo più auto.

Charley Grant del Wall Street Journal spiega:

“I ricavi totali in realtà sono crollati del 4% dall’anno scorso. Inoltre, i ricavi da 6 miliardi di dollari della compagnia comprendono 428 milioni di dollari di crediti “verdi” per aiutare i produttori rivali a rispettare gli obblighi sulle emissioni. Queste vendite di crediti sono essenzialmente puri profitti e rappresentano oltre il 100% delle entrate operative della compagnia. Un anno fa, Tesla aveva registrato 111 milioni di dollari di vendite di crediti nel secondo trimestre”.

In effetti, i ricavi di Tesla sono cresciuti appena dal quarto trimestre del 2018. Senza i crediti “verdi” e per veicoli a zero emissioni, Tesla non sarebbe riuscita a riportare il quarto trimestre di fila di redditività GAAP.

Morale della favola

Il titolo di Tesla ha tratto vantaggio dalla decisione dello split soprattutto perché abbassa l’asticella per i piccoli investitori. Ma questa mossa non cambia nulla per i fondamentali della compagnia e per la sua valutazione, difficile da giustificare quando le vendite della divisione auto non stanno aumentando.

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