Chiusura in forte rialzo per la Borsa di Tokyo: l’indice Nikkei guadagna quasi 4 punti percentuali e raggiunge delle quotazioni che non si vedevano dalla fine del settembre 2008.
A scatenare gli acquisti sul listino giapponese è stata la notizia delle dimissioni anticipate dell’attuale governatore della Banca del Giappone, Masaaki Shirakawa.
Gli operatori si attendono adesso un successore che porti avanti una politica economica che potrà portare ad un’ulteriore svalutazione dello yen, per favorire le aziende impegnate nell’export.
E’ stata ieri una seduta di recupero per le Borse europee e per quella americana, dopo il lunedì nero.
Piazza Affari deve ancora riprendersi del tutto dalla batosta dell’altro giorno e soprattutto chiedersi quanto potranno influire gli avvenimenti delle ultime settimane sulla fiducia degli investitori esteri.
Un elemento importante, che per il momento non trova neanche il sostegno della classe politica, in quanto le elezioni sono molto vicine e cresce la sensazione che non potrà esserci un governo che possa garantire stabilità al Paese.
ANALISI EUR/USD
La vecchia resistenza a 1.3480, adesso nelle vesti di supporto, ha frenato il movimento ribassista partito subito dopo la chiusura della sessione europea di venerdì scorso.
Il rimbalzo si è per il momento esaurito poco sotto 1.36.
La notizia del cambio dell’outlook da stabile a negativo del rating dell’Olanda, con conseguente rischio della perdita della tripla A, ha inciso leggermente sul cambio EUR/USD.
Un elemento di forza da non sottovalutare.
Ma il vero test sarà domani con il meeting della BCE.
ANALISI USD/JPY
Durante la notte, il dollaro/yen ha aggiornato il massimo dell’anno a 94.06, all’orizzonte comincia ad apparire la resistenza in zona 94.50.
Le dimissioni anticipate del governatore della Banca del Giappone, favoriscono le speculazioni per un successore che porterà ad un’ulteriore svalutazione dello yen.
La moneta giapponese ha già perso il 13% contro il dollaro nell’anno appena chiuso, nel 2013 siamo già a -8%.
ANALISI AUD/USD
Dollaro australiano sul supporto in area 1.035.
La correzione dalla resistenza a 1.055 ha quindi prodotto un movimento di 2 figure (200 pips).
Siamo praticamente sui minimi degli ultimi 3 mesi, potrebbe esserci un rimbalzo da questi livelli, ma il primo vero supporto si trova a 1.015.
Per tale ragione, bisogna fare molta attenzione nell’apertura di posizioni LONG alle quotazioni attuali.
ANALISI NZD/USD
Il neozelandese continua a sovraperformare il “fratello” AUD/USD.
Non cede dalla resistenza in cui si trova adesso, il che lascia pensare che stia preparando un test alla successiva in area 0.8530.
La situazione va monitorata attentamente, perché potrebbe allinearsi all’australiano e venire giù con una certa forza.
ANALISI GBP/USD
Comincia a scricchiolare il cable.
Si avvicina l’appuntamento con la Bank of England ed il cambio ha registrato ieri un nuovo minimo dell’anno a 1.5631.
Oggi siamo ancora vicini a tali prezzi, si procede quindi verso il supporto in zona 1.5450.
ANALISI USD/CAD
Si muove poco il canadese, da quando è sceso sotto la parità lo scorso 31 gennaio, il cambio non va oltre un range di prezzi giornaliero superiore ai 50 pips.
Se non dovessero arrivare delle novità nelle prossime ore, si va avanti con il trend ribassista successivo al doppio massimo a 1.01 delle passate settimane.
Si punta al supporto in area 0.9840.
ANALISI USD/CHF
C’è stato un acuto questa mattina, il dollaro/franco svizzero ha strappato al rialzo di 50 pips circa.
Si è così allontanato dal supporto a 0.9050 di circa una figura, potrebbe essere partito il movimento giusto il cui primo obiettivo è quello di recuperare quota 92.