Buongiorno , veniamo subito al punto.
Il settore in questione è quello immobiliare e le ragioni del BUY sono praticamente due:
1) il motivo più rilevante riguarda le nuove normative della Legge di stabilità 2018 che prevedono l’estensione dell’investimento PIR (Piani Individuali di Risparmio) anche a questo comparto; comparto che precedentemente ne era stato escluso. Pertanto a partire proprio dall’ 1 Gennaio si prevede che sul “Real Estate” pioveranno in aiuto circa 500-800 Ml. di euro, creando un impatto positivo nelle “sfere” dell’edilizia e della gestione patrimoni immobiliari che negli ultimi anni hanno avuto notevole difficoltà a reperire risorse “in autonomia”.
Relativamente ai PIR, non essendo il tema, evito di entrare nel merito ma ribadisco soltanto il mio grande scetticismo a riguardo; ovvero non so se tra 4 anni (1 anno è già trascorso) i risparmiatori saranno tutti molto più ricchi (plusvalenze) e pieni di sorrisi (esenzione tasse) oppure no.
Non è da escludere che magari tutta quella/questa massa di denaro sia servita/serva ad altro (per il 2017 si parla di una raccolta intorno ai 10 Mld. di euro).
2) Nonostante il FTSE Italia Real Estate Index sia composto da Aziende non tutte solidissime, come si evince dal grafico in questione invece, le prospettive tecniche (fuoriuscita dal canale ribassista che durava da 7 anni), abbinato a quanto sopra ed al FTSE MIB, dovrebbero essere più che rosee. Se così fosse, i titoli ne beneficerebbero con potenziali ottime performance
Di conseguenza si è provveduto ad inserire nel portafoglio “consigliato” il SETTORE IMMOBILIARE come segue:
Aedes al prezzo di 0.472 (stop loss a 0.435)
Coima Res al prezzo di 9.080 (stop loss a 8.35)
IGD al prezzo di 0.986 (stop loss a 0.935)
Precisazioni:
A) l’intero settore dovrebbe avere un peso con rapporto 1.20/1.00. Cosa significa? Significa che se su ogni titolo avessimo deciso di investire € 100 (1.00), in questo caso sono € 120 (1.20) per l’intero settore (è su questo che si investe). Di conseguenza si impegnano € 40 per ognuno dei 3 titoli. Pertanto stiamo sovrappesando di un 20% matematico il nostro ipoetico gain (o loss) futuro
B) Le Aziende scelte sono quelle che presentano buoni fondamentali e che, a mio parere avrebbero, al di la dei PIR (che amplificherebbero), prospettive di crescita nella quotazione
C) Operazione “tipo cassettista” dove, al momento, non ci poniamo alcun target ma, in caso positivo, tenteremo di seguire il movimento cercando di ottimizzare il guadagno.
Questo perché è impossibile prevedere, azione per azione, quale impatto avrà la massa di liquidità apportata.
AGGIORNAMENTO AL PORTAFOGLIO (vedi tabella)
A meno di un colpo di magia stratosferico del Grande Capo, ma in quel caso gli lasceremo volentieri la “mancia” poiché lo spettacolo sarebbe talmente degno di nota da valerla tutta, il rialzo partito da fascia 21700-21500 pone tre basi ottimistiche su cui ragionare.
Riflessione: se tale rialzo era prevedibile, probabilmente non lo era la grande accelerazione con cui è avvenuto; inoltre mi sarei aspettato la rottura dei 22000 Mercoledì, e non il giorno successivo. Ma torniamo al fulcro del ragionamento (le tre basi):
A) il 70% di possibilità di raggiungere l’ultimo campo base (area 24000) si sono rafforzate.
B) area 22000 punti torna ad essere un supporto strategico che potrebbe consentire già con la rottura di area 22850 ulteriori accelerazioni. A posteriori, tecnicamente, potremo definirlo un Triangolo rialzista “mascherato”
C) il sostegno a 20500 (massima estensione -terzo punto d’appoggio- dell’eventuale flag rialzista e punto strategico per non invertire il trend quale supporto statico) ha ora l’85% di possibilità di reggere eventuali urti.
A fronte di quanto sopra, se da una parte rimangono validi gli stop loss e gli stop profit, dall’altra la strategia potrebbe cambiare qualora i titoli raggiungano i target ma l’indice superi i 22850 punti.
In questo caso non si dovrebbe prendere profitto ma tentare di massimizzare le plusvalenze inserendo via via ulteriori Stop Profit. Riassumendo: target e FTSE-MIB sotto 22850 si realizza, in caso contrario si attende e si trasforma l’operazione da Multiday a “tipo cassettista”.
Note conclusive e precisazioni in merito alla tabella
AS ROMA (MI:ASR) – Avevamo posizionato lo Stop Loss a 0.590 (chiusura Giovedì 0.588). Non si è provveduto a chiudere posizione in quanto il movimento lasciava qualche spiraglio. Però adesso fascia 0.600-0.620 è diventata una resistenza. Quindi se non superata, alla prima conferma sotto 0.580 (aggiornato) si chiuderà la posizione anche perché l’interesse sul titolo sembra essere ormai svanito
Leonardo SpA (MI:LDOF) – Lo stop loss a 9.50 lo trasformiamo in stop profit posizionandolo a 10.23
Nuovo inserimento: A2A (MI:MI:A2) al prezzo di 1.593 (stop loss a 1.549). Operazione tipo “cassettista”
Rientro: UNICREDIT (MI:MI:CRDI) (peso rapporto 0.50) al prezzo di 16.25. In caso di ulteriori ribassi si raddoppierà posizione, come in caso di eventuali conferme rialziste o del titolo o dell’indice principale. I target rimangono quelli già evidenziati tempo fa: 21 e 25. Operazione tipo “cassettista”
Da monitorare “a chiusura portafoglio”: Fiat Chrysler Automobiles NV (MI:FCHA) (target 17.00 appena raggiunto). Ora non si può far altro che attendere un eventuale storno. Al momento fascia 17.50-16.90 rappresenta la nostra area d’ingresso (peso 1) con target in fascia 19.50-20.00
Ovviamente le strategie cambiano col modificarsi degli eventi.
Monitorare cambio EUR/USD
Una curiosità: Dow Jones Industrial Average. Il 26 Maggio 1896 fu il primo giorno di contrattazioni dell’indice americano (DJIA) creato dal Wall Street Journal e dalla Dow Jones & Company.
Era composto da 12 titoli ed un’ azienda ne fa parte ancora oggi: la General Electric (NYSE:NYSE:GE).
Da rimarcare i 4 crolli, che si possono definire epocali (escluso il punto D), subiti in 120 anni di storia
A) quello degli albori e della prima decade del ‘900 definito il “Panic of 1901 & 1907”. In quel periodo rimase nel trading range 53-103 con picchi di oscillazioni rilevanti
B) quello partito dalla grande crisi dell’Ottobre 1929 e proseguito durante la grande depressione fino all’8 Luglio del 1932 che lo portò da 381.17 (max del 3-09-1929) al minimo di 40.56. Ci vollero 25 anni per tornare ai massimi del ‘32
C) quello degli anni ’70 e della cosiddetta “Guerra Fredda”. Dal Gennaio ’73 al Dicembre ’74 si passò da 1003 a 577 punti
D) l’incredibile “Black Monday” (19-10-1987) quando in un solo giorno perse il 22.61%.
E) quello del fallimento Lehman Brothers dove da circa 11000 punti del Settembre 2008 si passò al minimo di 6469 del 6 Marzo 2009.
Avvennero anche altri ritracciamenti, che però si potrebbero definire come pause di assestamento
Il guadagno massimo giornaliero si verificò il 15 Marzo del 1933 con un +15.34%
Sensazione sul futuro, senza alcun valore in quanto tale.
Semmai un crollo globale si dovesse verificare lo vedo più probabile post 2019 (salvo USA-Nord Corea e problemi conseguenti). I motivi?
1) Tra qualche anno saremo sempre più vicini al possibile completamento dell’unione bancaria europea attraverso la realizzazione di un meccanismo comunitario di tutela dei depositi. E quindi si potrebbe tornare ad un inasprimento del discorso NPL con le banche italiane che, nonostante gli sforzi effettuati fin’ora, rimangono comunque ancora abbastanza distanti rispetto alla media. E chissà quale nuovo record avrà toccato il nostro debito pubblico, il quale forse, un giorno lo Stato sarà obbligato a “sistemare” (se volessimo un’ Europa che sia una, equa e solidale).
2) Tra 2-3 anni vedremo se tutta la massa di NPL ceduti avrà portato sorrisi alle Aziende che li hanno comprati o meno.
3) Il cambio EUR-USD potrebbe essere sui massimi (qualora l’Euro continui a salire –ma credo che, al momento, ci sia il 60% di probabilità-)
4) L’effetto “cura Trump” con la riforma fiscale potrebbe raggiungere il traguardo.
5) Tra qualche tempo, il rialzo dei tassi della Fed comunque e molto probabilmente si farà sentire sull’economia reale, quella delle famiglie.
6) Una battuta. Saremo “vicini” alla scadenza PIR e non so se Babbo Natale (il Governo italiano) porterà in regalo ricche plusvalenze abbinate alle esenzioni oppure lascerà il compito alla Befana col carbone.