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USD Coin, Tether: 2 stable coin che replicano il dollaro USA; quale sopravviverà?

Pubblicato 11.03.2021, 15:32
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com

  • Un calo nella classe degli asset digitali; la gravità è una forza potente
  • USA ed Europa non sono amici delle cripto; si possono considerare nemici
  • Il Tether è davvero ancorato ai dollari USA?
  • Tokenizzare i dollari USA con USD Coin
  • USD Coin e Tether: quale dei due ha più chance di sopravvivere?

Se chiedete a Warren Buffett o al suo socio Charlie Munger cosa ne pensano della recente correzione del Bitcoin e delle altre monete digitali, vi diranno che la classe di asset è l’equivalente di una bolla dei bulbi di tulipani dei giorni nostri. Mentre i due investitori, a capo della Berkshire Hathaway (NYSE:BRKa), sono sulla novantina e sono rimasti coerenti nella loro opinione sul mondo delle cripto, altri ex detrattori sono stati piuttosto silenziosi di recente, o sono passati ad una sommessa accettazione.

Solo qualche anno fa, l’amministratore delegato di JP Morgan Chase (NYSE:JPM) Jamie Dimon aveva definito il Bitcoin una “truffa” ed aveva usato direttamente l’analogia dei bulbi di tulipani per la classe di asset. Aveva detto che qualunque trader nella sua banca che fosse stato scoperto a scambiare criptovalute sarebbe stato licenziato in tronco:

“Li licenzierei immediatamente per due motivi: va contro le nostre regole e sono degli stupidi, entrambe cose pericolose”.

Ma sembra che le regole siano cambiate nel principale istituto bancario USA. JP Morgan ora dice che gli investitori possono destinare l’1% dei portafogli al Bitcoin.

A parte il Bitcoin, ci sono più di 8600 altre criptovalute in circolazione. Le prime dodici hanno capitalizzazioni di mercato superiori agli 8,5 miliardi di dollari. Tra queste troviamo Tether e USD Coin. Entrambe vengono definite “stable coin”.

Questo perché sia Tether che USD Coin sono cripto che replicano la principale valuta di riserva mondiale, il dollaro USA. Questa connessione le rende entrambe molto meno volatili rispetto alle altre cripto. Tuttavia, non hanno un impatto sulla massa monetaria né sul controllo, da parte del Tesoro USA, dei flussi del dollaro tradizionale.

Un calo nella classe degli asset digitali; la gravità è una forza potente

Dopo essere stato scambiato al massimo di 58.610 dollari per il contratto dei future con scadenza più vicina il 22 febbraio, il Bitcoin è sceso sotto il livello di 50.000 dollari, ma è tornato vicino al massimo ieri, mercoledì 10 marzo.

BTC/USD Daily

Grafico giornaliero del cambio BTC/USD

Fonte: CQG

Il grafico giornaliero dei future del Bitcoin evidenzia la correzione dal recente massimo storico e la ripresa sopra il livello di 56.000 dollari. La moneta digitale sembra pronta a sfidare il livello di 60.000 dollari a token.

L’Ethereum è l’altra valuta digitale scambiata nell’arena dei future.

Fonte: CQG

Il grafico dei nuovissimi future Ether mostra che l’entusiasmo per la quotazione, ad inizio febbraio, aveva portato il prezzo al massimo di 2012 dollari a token il 19 febbraio. Il 10 marzo, il prezzo è sceso sotto i 1800 dollari dopo la ripresa dai circa 1400 dollari di fine febbraio.

Dopo dei rally parabolici, la gravità è una forza potente. Tuttavia, l’azione di prezzo parabolica ha minacciato di tornare in scena il 10 marzo.

USA ed Europa non sono amici delle cripto; si possono considerare nemici

È impossibile scegliere dei massimi sui mercati parabolici, in quanto tendono a salire a livelli che sfidano la logica, la ragione e la razionale analisi dei fondamentali. Al contempo, le criptovalute sono una tecnologia rivoluzionaria. Inoltre, rappresentano una sfida diretta al controllo governativo della massa monetaria globale.

Più è alto il prezzo dei token e la capitalizzazione della classe di asset in generale, più si sentiranno richieste di una regolamentazione. Abbiamo già sentito al riguardo la Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ed il Segretario al Tesoro USA Janet Yellen. Entrambe continuano a sottolineare l’utilità nefasta delle monete digitali. Tuttavia, non hanno detto che il problema principale è la minaccia al loro controllo del sistema di pagamenti globali.

Società come Tesla (NASDAQ:TSLA), Square (NYSE:SQ) ed altre non solo stanno investendo sulle monete digitali, ma stanno anche accettando la criptovaluta come forma di pagamento per i loro prodotti e servizi. Il principale ostacolo all’ascesa della classe di asset sono i governi, che la considerano una minaccia.

Il vecchio detto “se non puoi batterli, unisciti a loro” potrebbe essere la soluzione. La Cina sta già lavorando attivamente ad una sua versione di un cripto-token. Stati Uniti ed Europa probabilmente svilupperanno dollari ed euro digitali per restare in gioco nei prossimi anni.

La blockchain è ora ampiamente accettata. I token saranno i prossimi. Tuttavia, i token che sopravviveranno dovranno camminare sul filo del rasoio con i molti interessi personali dell’economia globale.

Il Tether è davvero ancorato ai dollari USA?

Il Tether originariamente si chiamava Realcoin, nel 2014. Al contrario del Bitcoin e di molte altre criptovalute, c’è una società che possiede, emette e gestisce la fornitura di Tether, limitando la trasparenza.

Quando il Tether ha fatto il suo debutto sulla scena delle monete digitali, molti partecipanti dei mercati nella fiorente classe di asset credevano che ciascun token fosse ancorato ad un dollaro USA. Il 14 marzo 2019, la società ha cambiato l’ancoraggio, includendo prestiti a società affiliate.

Tether (USDT) è la quarta moneta digitale per capitalizzazione di mercato dopo Bitcoin, Ethereum e Binance Coin.

Tether Ranking

Posizione in classifica Tether

Fonte: Investing.com

Al 10 marzo, USDT aveva una capitalizzazione di mercato di 37,088 miliardi di dollari, pari al 2,19% del valore dell’intera classe di asset.

Tether Chart

Grafico Tether

Fonte: coinmarketcap

Il grafico mostra che, sebbene il dollaro USA non appoggi USDT, la moneta è scambiata a circa un dollaro a token.

Tokenizzare i dollari USA con USD Coin

Invece, USD Coin (USDC) è ancorato al dollaro USA ed opera sulla blockchain di Ethereum. Ciascun USDC è ancorato ad un dollaro, tenuto in riserva. USDC è stato lanciato nel settembre 2018.

USDC è la tredicesima criptovaluta per capitalizzazione di mercato, al 10 marzo.

USDC Ranking

Posizione in classifica USDC

Fonte: Investing.com

La sua capitalizzazione di mercato da 9,025 miliardi di dollari rappresenta lo 0,53% dell’intera classe di asset.

USD Coin Chart

Grafico USD Coin

Fonte: coinmarketcap

USDC è inoltre scambiato intorno al livello di un dollaro a token da quando ha iniziato gli scambi, a fine 2018.

Tether e USD sono “stable coin”. Questo tipo di criptovalute minimizza la volatilità del prezzo della stable coin ancorandole ad una criptovaluta, a denaro in corso legale o a materie prime scambiate in borsa.

USD Coin e Tether: quale dei due ha più chance di sopravvivere?

Reddit è una piattaforma social diventata molto famosa nelle ultime settimane e negli ultimi mesi. Credo nel principio della saggezza della folla, secondo cui la folla prende decisioni migliori persino di quelle dei maggiori esperti.

Sui mercati, i prezzi sono una funzione del comportamento del branco. Per quanto riguarda il paragone USDT-USDC, la giuria si è espressa due anni fa su Reddit. Anche dopo l’incredibile ascesa della classe di asset, molte delle opinioni espresse sul sito sono vere tuttora.

Tether resta più liquido di USD Coin. Ma USD Coin è ancorato al dollaro USA, con una metodologia più trasparente rispetto a Tether.

Per me, a prescindere della questione liquidità, USDC offre verifiche reali a dimostrazione della solvibilità. USDT no. Uno dei vantaggi più significativi delle criptovalute è che eliminano il controllo della massa monetaria in un ambiente trasparente che dipende dal mining di offerta e domanda, in cui compratori e venditori stabiliscono i prezzi a livelli di equilibrio.

Nel mondo delle stable coin, USDC sembra aderire a questi principi, mentre USDT implica un ulteriore rischio creato da una gestione poco chiara.

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