di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il governo sta valutando la possibilità di porre in amministrazione straordinaria Ilva attraverso un emendamento alla legge di Stabilità o un decreto ad hoc, hanno riferito oggi a Reuters due fonti a conoscenza del dossier.
Il nuovo provvedimento consentirebbe di continuare ad applicare la normativa sui siti industriali di interesse nazionale che ha già permesso nel 2013 il commissariamento della più importante azienda siderurgica italiana, hanno detto le fonti.
Una delle due fonti ha aggiunto che il premier Matteo Renzi e il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi puntano a incontrarsi in settimana per discutere della vicenda, dopo l'accelerazione di Renzi, che domenica scorsa, in un'intervista, ha ipotizzato un intervento diretto dello Stato per risanare l'azienda e renderla poi appetibile per investitori stranieri.
La legge di Stabilità, dopo il via libera della Camera, è attualmente in discussione al Senato. Quindi un eventuale emendamento governativo potrebbe arrivare in tempi brevi.
"Serve una norma di raccordo tra le due normative", ha detto a Reuters la prima fonte. "Applicare solo la Marzano (cioè la legge sull'amministrazione straordinaria per le grandissime aziende) significherebbe abbandonare il commissariamento attuale, quindi serve un provvedimento particolare".
L'attuale commissario governativo Piero Gnudi, in carica da alcuni mesi, deve far applicare le misure anti-inquinamento previste dall'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per lo stabilimento di Taranto - il più grande d'Europa - e contemporaneamente governare l'azienda, che continua a perdere diversi milioni di euro al mese.
Da tempo Gnudi sta cercando acquirenti per l'Ilva - al 90% proprietà della famiglia Riva, che l'ha rilevata a metà degli anni 90 dallo Stato - e per rendere più attraente l'offerta accarezza anche l'idea di scindere l'Ilva in una "good company" a cui conferire gli asset produttivi e una "bad company" a cui resterebbero di fatto i debiti. Anche perché sull'Ilva è appena iniziato un processo per disastro ambientale che ha già visto avanzare richieste di risarcimento da parte di enti locali e privati cittadini per oltre 25 miliardi.
Per la seconda fonte l'ipotesi della "bad company" resta aperta, ma è comunque successiva al varo dell'amministrazione straordinaria. Allo stesso modo, dice la fonte, è ipotizzabile una "mild company" sul modello Alitalia, con un ingresso di Cassa depositi e prestiti o anche delle imprese interessate oggi a Ilva, come Marcegaglia (che in tandem con ArcelorMittal ha presentato un'offerta non vincolante) e Arvedi.
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