Investing.com – Nel quarto trimestre 2023 la pressione fiscale in Italia è salita di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2022 arrivando al 50,3%, mentre il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento dello 0,4% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie. A rilevarlo è l’Istat nei conti delle amministrazioni pubbliche (AP) e le stime relative alle famiglie e alle società pubblicati oggi.
Nel 2023 propensione al risparmio ai minimi storici
Ma oggi l’istituto di statistica ha anche reso noti i conti economici nazionali per settore istituzionale riferiti all’intero 2023. E dai dati dell’intero anno passato, emerge che nonostante il reddito disponibile delle famiglie sia aumentato del 4,7%, il loro potere d’acquisto si è ridotto dello 0,5%.
L’Istat ha poi evidenziato anche come nel 2023 la spesa per consumi finali degli italiani sia cresciuta del 6,5% e la propensione al risparmio delle famiglie sia conseguentemente calata al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il valore più basso dal 1995, inizio del periodo di riferimento dei conti.
Contemporaneamente, è calato anche il tasso di investimento delle famiglie, in discesa al 9% dal 9,2% del 2022.
La situazione è migliorata nel quarto trimestre dell’anno, con la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici che nell’ultima parte del 2023 è aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 7%.
Per quanto riguarda le società non finanziarie, il tasso di profitto nel 2023 è sceso al 44,8% (dal 45,4% del 2022), nonostante la crescita del valore aggiunto del 6,2%. Il tasso di investimento si è ridotto al 20,9% (dal 22,3% dell’anno precedente) a seguito della diminuzione degli investimenti fissi lordi (-0,6%).
Nel IV trimestre 2023 migliora il quadro d’indebitamento delle AP
Sul piano delle amministrazioni pubbliche l’Istat ha comunicato i dati del quarto trimestre 2023, da cui risulta che l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari a -5,5% (-6,7% nello stesso trimestre del 2022).
Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -1,5% (-1,9% nel quarto trimestre del 2022).
Mentre, il saldo corrente è stato positivo, con un’incidenza sul Pil del 5,0% (+1,1% nel quarto trimestre del 2022).
“Nel quarto trimestre del 2023 – commenta l’Istat -, il quadro di finanza pubblica mostra un indebitamento in miglioramento e una pressione fiscale in crescita rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando una contrazione rispetto al trimestre precedente, registra la prima variazione tendenziale positiva dopo sette trimestri di flessione. La propensione al risparmio aumenta sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente”, concludono gli esperti.
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