Investing.com - Il tasso annuo di variazione dell’indice sui prezzi al consumo britannico è sceso al 2,5% il mese scorso, secondo quanto reso noto dall’Ufficio Nazionale di Statistica britannico questo mercoledì.
Il mese precedente la lettura era pari al 2,7%.
Gli economisti si aspettavano una lettura invariata al 2,7%.
Dopo aver segnato il recente massimo del 2,8% verso la fine del 2017, il tasso è tornato vicino al minimo dal marzo dello scorso anno.
Su base mensile, l’inflazione dei prezzi al consumo è salita dello 0,1% a marzo.
Il mese prima, la lettura era pari allo 0,4%.
Gli analisti avevano previsto un incremento del 0,3%.
L’indice IPC core, che esclude i costi di alimenti, energetici, alcol e tabacco, è cresciuto ad un tasso destagionalizzato del 2,3% il mese scorso, meno del 2,5% previsto.
L’inflazione core ha segnato +2,4% a febbraio.
L’indice dei prezzi al dettaglio (RPI) è salito del 3,3% su base annua a marzo, meno del 3,6% del mese prima.
Gli analisti si aspettavano un incremento del 3,5%.
Su base mensile, l’indice RPI è salito dello 0,1% a marzo, meno dello 0,3% previsto.
L’indice ha visto un aumento dello 0,8% a febbraio.
L’indice RPI core è salito al tasso annuo del 3,4% il mese scorso, meno del 3,6% registrato il mese prima.
Gli economisti si aspettavano una conferma del dato di febbraio.
Su base mensile, l’indice RPI core ha visto un aumento dello 0,1% a marzo, rispetto al calo dello 0,8% del mese precedente.
Era stata prevista una conferma dell’aumento dello 0,8%.
Dai dati è emerso inoltre che l’indice sui prezzi delle case ha registrato +4,4% a marzo.
Gli economisti si aspettavano un aumento del 4,8%.
Il dato di febbraio è stato rivisto al ribasso ad un incremento del 4,7% da un aumento iniziale del 4,9%.
Secondo l’ONS, il principale fattore ribassista per la variazione del tasso dal febbraio 2018 al marzo 2018 è stato l’aumento minore rispetto allo scorso anno dei prezzi di abbigliamento e calzature, in particolare di quelli dell’abbigliamento femminile.