MILANO, 15 gennaio (Reuters) - Piazza Affari ha vissuto un
pomeriggio di fermento, trascinata al ribasso da Wall Street.
A nulla, sottolineano gli operatori, è valso il taglio dei
tassi d'interesse varato dalla Bce, a riprova che gli interventi
sul costo del denaro non riescono a far ritrovare fiducia ai
mercati.
"Sono le banche a mettere in agitazione gli investitori",
spiega un trader. "Non c'è una notizia specifica", aggiunge un
altro dealer, "è una situazione di sfiducia generalizzata".
Il primo trader evidenzia che "non si vede la fine della
crisi" e parla di "timori diffusi", mentre il dealer ritiene
che, stante "il clima di incertezza sulle prospettive
dell'economia, non saranno i dati macro a guidare le borse, ma
viceversa", in quanto solo "una ripresa dei mercati azionari
rilancerà la fiducia delle imprese e dei consumatori".
In chiusura, l'indice S&P/Mib <.SPMIB> ha perso l'1,92%, il
Mibtel <.MIBTEL> l'1,44% e l'AllStars <.ALLST> lo 0,85%. Volumi
in lenta risalita rispetto ai minimi del periodo natalizio, per
un controvalore di circa 1,81 miliardi di euro.
* Male le banche, zavorrate dai problemi che continuano a
emergere negli Stati Uniti e in Germania. Significativamente, la
trimestrale oltre le attese di JP Morgan non ha
rassicurato gli investitori. UNICREDIT , declassata da
Hsbc, paga l'internazionalizzazione (in particolare, la presenza
nel mercato tedesco): -5,65%. Sono passati di mano oltre 200
milioni di titoli di Piazza Cordusio. Poco meglio BANCO POPOLARE
, -4,64%. INTESA SANPAOLO chiude a -2,13%, MPS
, -2,12%, UBI BANCA , -1,97%.
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* Debole sin dalla mattinata per via dei dati sulle vendite
di auto in Europa e del declassamento deciso da Citigroup, FIAT
è scesa pesantemente nel pomeriggio, dopo che Moody's
ne ha posto il rating sotto revisione in vista di un possibile
downgrade a "junk". Il titolo del Lingotto ha terminato con un
ribasso del 5,58%.
* Nel comparto automotive, PIRELLI è arretrata del
3,2%.
* Hanno limitato il rosso i petroliferi: SAIPEM
-0,92% ed ENI -0,91%. Il titolo del Cane a sei zampe
non sembra risentire in modo limitato dell'addizionale del 4%
inserita nel disegno di legge di ratifica e conversione del
trattato di amicizia Italia-Libia.
* Bene due titoli tradizionalmente difensivi come
FINMECCANICA , +1,91%, e PARMALAT , +0,76%.
* ENEL è salita dello 0,77%. Il titolo del gruppo
guidato da Fulvio Conti era arrivato a guadagnare oltre il 2%,
ma ha ridotto i progressi dopo che S&P ne ha messo il rating in
creditwatch con implicazioni negative. "Il tema del debito è
centrale per Enel", dice un trader.
* Smentendo la natura tradizionalmente difensiva delle
utilities (confermata, invece, da TERNA : +0,64%), A2A
ha lasciato sul terreno il 3,37% nella giornata in cui
Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di A2A,
si è detto interessato al 10% di EDISON (+3,27%) in
mano alla Tassara di Romain Zaleski.
* GENERALI è caduta del 3,38%. Un trader cita un
report di Ubs in cui il target price del Leone di Trieste viene
limato a 20 da 20,5 euro; soprattutto, il broker "ha tagliato le
stime di utile per azione". La controllata ALLEANZA è
avanzata dello 0,25%: Ubs ne ha incrementato l'obiettivo di
prezzo a 6 da 5,5 euro.
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* Fra le small e mid cap, il produttore di laser EL.EN
è caduto del 6,91% nella giornata in cui la controllata
Usa Cynosure ha lanciato un profit warning sul quarto
trimestre.