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Mps non ha piano B stand-alone, difficile M&A prima del 2016-fonti

Pubblicato 11.09.2015, 18:03
Aggiornato 11.09.2015, 18:08
Mps non ha piano B stand-alone, difficile M&A prima del 2016-fonti
CAGR
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di Stefano Bernabei

ROMA (Reuters) - Banca Mps non ha piani alternativi a quello richiesto da Bce di trovare un partner, ma è difficile che possa concretizzarsi qualcosa prima del 2016 e non prima che le banche conoscano a novembre i loro target di capitale per il nuovo anno fissati da Francoforte.

Lo ha detto a Reuters una fonte qualificata che segue il dossier.

"Non c'è nessun piano B per stare stand-alone. C'è il piano industriale che è stand-alone e c'è l'impegno della banca a trovare un'aggregazione. Ma per fare aggregazioni occorre essere in due e al momento non ci sono interessati", dice la fonte.

A frenare il processo, spiega, valutazioni esterne a Siena e più legate alle richieste di capitale del vigilante.

"Chi compra vuole capire se Mps ha capitale sufficiente anche con lo Srep 2016 ma pure se lui stesso ha capitale sufficiente. Il tema del capitale, legato allo Srep, non si chiarirà prima di novembre e rende molto complicato ragionare sull'aggregazione", aggiunge.

"Non posso escludere nulla ma direi che, come probabilità, si va al 2016".

La Bce ha detto alla banca senese di trovare un partner, dopo averle fatto fare lo scorso giugno una ricapitalizzazione da 3 miliardi per centrare il target di capitale del 10,2% di Cet1.

Francoforte non ha indicato un timing per l'aggregazione. La banca, dopo 14,6 miliardi di perdite tra il 2011 e il 2014, è tornata in utile negli ultimi due trimestri e ha sorpreso in positivo il mercato con un capitale core a fine giugno dell'11,3%.

Secondo alcune fonti, lo Srep per il 2016 comporterà in media un aumento contenuto dei target chiesti alle banche italiane, compresa Mps.

"Mi aspetto che per Mps ci sia un fine tuning che non porterà a nuove richieste di capitale, ma soprattutto che non sia Siena la banca sotto i riflettori in questo giro", dice la prima fonte.

MORAL SUASION

Qualche commentatore ha ipotizzato che, visti i progressi fatti, ora la Bce possa ritenere non più necessario un merger per Siena, ma né la banca né Francoforte hanno mai confermato questa ipotesi.

"Non si tratta di fare strategia stand-alone ma solamente di avere il tempo per fare la cosa migliore e credo che anche la Bce lo abbia capito", ha detto una seconda fonte.

Però non si trovano compratori, nonostante la banca, che ha incaricato Ubs e Citigroup per questo, ha sondato il mercato a più riprese. Lo ha fatto a fine 2014, poi nel corso di questa estate e "lo rifarà anche a fine anno anche considerando che possono cambiare le condizioni di mercato", assicura la prima delle fonti.

Ma la Bce quanto è disposta ad aspettare?

"Non mi aspetto che la Bce battezzi Siena come banca che può andare stand-alone per i prossimi cento anni, ma se a ottobre non c'è l'aggregazione, secondo me non farà assolutamente niente", dice la prima fonte.

"Faccio fatica a immaginare che possa fare un'azione amministrativa, ma moral suasion continuerà a farla, dirà di tenere il dossier M&A sul tavolo, cosa che sta già succedendo", aggiunge.

Tra le possibili soluzioni per Siena, nel mondo delle banche popolari italiane, Ubi per un certo tempo è stata indicata come la più probabile ma ha sempre negato contatti. Ora fonti la accreditano di discussioni in corso con il Banco Popolare.

All'estero i nomi che sono circolati, sono quelli di Bnp Paribas e Credit Agricole (PARIS:CAGR) in Francia, del Santander e di Banco Sabadell in Spagna, ma tutti hanno smentito.

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