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Covid-19 nel 2021: un déjà-vu o l’inizio della fine?

Pubblicato 26.01.2021, 10:14
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Di Geoffrey Smith 

Investing.com - È passato un anno da quando la Cina ha confermato le prime vittime da Covid-19. Sebbene l’opinione più diffusa sia che il peggio è ormai passato, sta diventando chiaro che neanche le vaccinazioni di massa faranno tornare il mondo allo stato pre-pandemia immediatamente.

Sì, le vaccinazioni si stanno svolgendo in tutto il mondo, ad un ritmo sempre più veloce. I farmaci di Pfizer (NYSE:PFE) e BioNTech, Moderna (NASDAQ:MRNA), AstraZeneca (NASDAQ:AZN) e quelli dei laboratori di ricerca di Cina e Russia sono stati approvati in varie parti del mondo. I risultati della Fase 3 della sperimentazione del farmaco sperimentale di Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) potrebbero arrivare già questa settimana, secondo le notizie.

Ma il lancio sta procedendo in modo dolorosamente lento in molti posti, soprattutto nell’Unione Europea, che ha vaccinato meno del 2% della popolazione al momento della scrittura. Un dato bassissimo rispetto al 10% del Regno Unito, e neanche lontanamente vicino al livello di Israele, al primo posto con il 40%. Persino il rapido lancio nel Regno Unito è il prodotto dell’azzardo calcolato di iniettare le due dosi a distanza meno ravvicinata rispetto alle sperimentazioni cliniche. Nessuno sa se questo ridurrà o meno l’efficacia del vaccino, anche se AstraZeneca, almeno, dice di no.

La vaccinazione lenta, in un periodo in cui nuove varianti più contagiose del virus stanno arrivando nel continente, sta già spingendo i governi ad inasprire i regimi di lockdown e gli economisti a rivedere al ribasso le stime sulla crescita di quest’anno. La Francia dovrebbe annunciare il terzo lockdown nazionale questa settimana, ha confermato ieri il governo. La fiducia delle imprese in Germania, la principale economia del continente, è scesa al minimo di otto mesi a gennaio, secondo l’istituto Ifo.

La Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha accennato esplicitamente ad una doppia recessione per la zona euro durante la sua conferenza stampa, affermando che: “La produzione probabilmente si sarà contratta nel quarto trimestre del 2020 e l’intensificazione della pandemia pone dei rischi ribassisti per le prospettive economiche a breve termine”.

In Giappone, intanto, il governo è stato costretto a smentire le voci secondo cui avrebbe già rinunciato alla speranza di ospitare i Giochi Olimpici Estivi, peraltro già rinviati, a Tokyo, con la città ancora in stato di emergenza per via della pandemia.

A quanto pare, neanche il vaccino è una panacea. Sebbene indubbiamente rinforzi le difese immunitarie, solo il tempo potrà dirci per quanto garantisca l’immunità e quanto riduca la capacità delle persone di trasmettere la malattia. E la corsa al vaccino continua a dare la sua parte di delusioni: l’Istituto Pasteur in Francia e la casa farmaceutica statunitense Merck hanno entrambi abbandonato lo sviluppo del farmaco ieri, dopo che i loro farmaci sperimentali sono risultati deludenti.

E tutto questo sta spegnendo quell’ottimismo che era palpabile negli ultimi giorni del 2020, quando la prospettiva di un altro anno di stimoli governativi e politica monetaria allentata alimentavano la speranza di una rapida e più o meno sincronizzata ripresa economica globale. Molti si aspettano che il Fondo Monetario Internazionale riveda al ribasso le previsioni sulla crescita mondiale quando aggiornerà le Prospettive Economiche Mondiali alle 8 ET oggi.

Negli ultimi giorni sono stati preoccupanti, in particolare, i focolai locali in alcune regioni della Cina, che hanno portato decine di milioni di cittadini in lockdown per la prima volta da mesi, una battuta d’arresto per una delle riprese più complete dallo shock iniziale della pandemia.

Le raccomandazioni ufficiali, emesse la scorsa settimana, di non mettersi in viaggio verso casa per il Capodanno Lunare sono state una delle principali cause del sell-off del prezzo del greggio (sebbene i mercati siano stati confortati dalla disciplina dimostrata dai produttori chiave nel Golfo Persico e dell’ex-Unione Sovietica).

Di certo, ci sono degli evidenti miglioramenti da notare. I nuovi tassi di contagio ed i ricoveri per il Covid-19 si sono ridotti drasticamente negli Stati Uniti negli ultimi giorni, consentendo alla California di annullare l’ordine di stare a casa. I ristoranti, da Baltimora a Chicago, stanno riaprendo ammettendo i clienti al loro interno, seppur ad una capacità del 25%. Moderna ieri ha spiegato che il suo vaccino è di fatto efficace contro le due nuove varianti (identificate nel Regno Unito ed in Sud Africa) che preoccupano di più gli scienziati (e funzionerà con l’iniezione di richiamo sulla variante sudafricana).

Il nuovo governo statunitense si è mosso rapidamente per fugare le voci di una vittoria rapida: quarantene e divieti di viaggio saranno inaspriti per le persone in arrivo negli USA. Lo stress su aziende e famiglie dappertutto continuerà a generare pressioni per riaprire le economie e, come afferma il capo economista di Pantheon Economics Ian Shepherdson: “Ogni passo verso la riapertura prima che il Covid sia sparito rallenterà l’arrivo dell’immunità di gregge, e di conseguenza costerà vite che avrebbero potuto invece essere salvate”.

Ovviamente, i governi fanno scelte simili ogni giorno, per questioni che non hanno nulla a che fare col Covid. Quando l’ultima impennata avrà raggiunto il picco, e la pressione sulla capacità degli ospedali diminuirà, vedremo all’orizzonte l’inizio della fine. Ma l’incessante pressione per le riaperture rende sempre più probabile che i progressi per uscire dalla pandemia saranno irregolari e irti di pericoli.

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