Sui mercati molti pensano che l’inflazione sia transitoria, ma esiste anche lo scenario di inflazione resiliente accompagnata da un aumento generalizzato dei tassi, che costringerebbe ad abbandonare le reazioni scontate negli ultimi decenni e adattarsi a un nuovo contesto.
Diverse Banche Centrali, nei paesi esportatori di materie prime e emergenti, hanno già iniziato ad alzare i tassi mentre la Fed ha iniziato a ridurre gli acquisti con la prospettiva di un aumento il prossimo anno.
Grazie ai risparmi accumulati che ormai valgono al 12% del PIL USA un certo numero di famiglie americane sta valutando il pensionamento anticipato, l’uscita dal mercato del lavoro dipendente o un’occupazione meno vincolante. Inoltre, con le offerte di posti vicine ai record a condizioni interessanti, i lavoratori dipendenti si trovano in posizione di forza nella trattativa sulle retribuzioni per la prima volta da decenni.
Margine di errore limitato
Frédéric Leroux, membro del Comitato di Investimento Strategico di Carmignac, aggiunge nella sua analisi altri due potenziali fattori di inflazione: le misure di alcuni Stati, che hanno distribuito potere d’acquisto aggiuntivo, e le conseguenze della transizione energetica, che potrebbe innescare l’aumento duraturo dei prezzi di gas e combustibile per il calo degli investimenti nelle energie fossili, la cui sostituzione richiederà molti anni.
Leroux sottolinea che il margine di errore che le Banche Centrali possono permettersi è molto limitato, perché un aumento troppo rapido dei tassi innescherebbe un forte rallentamento dell’economia, mentre interventi troppo morbidi o lenti potrebbero consentire all’inflazione di mantenersi alta a lungo. E con una crescita più debole, un’inflazione resiliente avrebbe maggiori conseguenze negative sui mercati finanziari rispetto agli effetti positivi di un rallentamento graduale.
Puntare sui titoli growth
Questa situazione, secondo l’esperto di Carmignac, offre un messaggio abbastanza chiaro agli investitori in azioni: se l’inflazione dovesse tornare a diminuire gradualmente, senza una frenata economica, i mercati dovrebbero mantenere il trend positivo, trainati dai titoli growth ad alta visibilità, mentre se le Banche Centrali non riuscissero a tenere la situazione sotto controllo, innescando un rallentamento economico più forte, gli stessi titoli growth ad alta visibilità continuerebbero a essere sostenuti dalla loro performance relativa.
Sarebbe necessaria una vera e propria recessione perché a distinguersi fossero i titoli dal profilo più difensivo, spiega Leroux. E in caso di inflazione duratura, il periodo maggiormente paragonabile è quello dei “Nifty Fifty”, tra metà degli anni ’60 e inizio degli anni ’70, quando l’inflazione iniziò a crescere gradualmente, spingendo al rialzo i tassi senza impedire ai titoli growth di qualità di allora di essere molto ricercati: Digital Equipment, Disney (NYSE:DIS), Eli Lilly (NYSE:LLY), Kodak (NYSE:KODK) e General Electric (NYSE:GE), una cinquantina di aziende “geniali” in grado di adattarsi all’inflazione.
Quindi ancora titoli growth ad alta visibilità, una categoria che per l’esperto di Carmignac presenta un notevole valore relativo, grazie a un modello di business che dà l’impressione di potersi adattare a tutti gli scenari attualmente prevedibili.
Questo articolo è stato scritto in esclusiva da Financialounge.com per Investing.com. Ogni settimana, "Market View" di Financialounge.com propone interviste originali con case d'investimento sui temi centrali di mercato che verranno riportate esclusivamente sul nostro sito. Non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento