Di Mauro Speranza
Investing.com – Come se non fossero bastate le gaffe della Presidente Christine Lagarde e la contrarietà del Ministro tedesco Scholz ad un intervento dell'Esm dei giorni scorsi, arrivano nuove dichiarazioni dal mondo economico a stende i mercati, già stremati dal coronavirus.
Questa volta, infatti, è il turno di Robert Holzmann, governatore della Banca centrale austriaca, il quale dichiarava che “la politica monetaria della Banca centrale europea ha raggiunto i suoi limiti”, lasciando intendere che non interverrà ulteriormente.
Le sue parole avevano l'effetto tempesta sui mercati, con i principali indici europei che aumentavano le vendite, a cui si aggiungeva un surriscaldamento dello spread btp-bund che sfondava quota 300, con i titoli di stato italiani a 10 anni che salivano del 10%, mentre quelli tedeschi prendevano quota con un +30%.
Come già accaduto dopo il meeting della settimana scorsa, la BCE era nuovamente costretta a 'mettere un'altra pezza' sulla situazione, emettendo un comunicato stampa ufficiale, “per contrastare il rigetto dei mercati, che può disturbare la trasmissione della politica monetaria”:
"La BCE continuerà a monitorare da vicino le conseguenze per l'economia della diffusione del coronavirus ed è pronta ad aggiustare le proprie misure, se fosse opportuno, se questo dovesse salvaguardare le condizioni di liquidità nel sistema bancario e per assicurare una trasmissione fluida della sua politica monetari a tutte le giurisdizioni".
Intervento BCE insufficiente?
A parte i comunicati ufficiali, l'intervento della BCE deciso nella scorsa riunione “potrebbe già essere definitivo e questo aumenta il panico. I gravi problemi di indebitamento sono scontati. Lo stress del mercato è assoluto con le discrepanze tra le misure", spiega Sergio Avila, analista di IG.
"È chiaro che la crisi economica che ci si aspetta sia causata dalla crisi sanitaria si ripercuoterà su molti Paesi dal punto di vista fiscale, aumentando drasticamente i loro deficit pubblici e il loro indebitamento. In questo senso, vogliamo sottolineare che, dopo aver appreso dei pacchetti fiscali annunciati dai governi di Italia, Francia e Spagna, tra gli altri, vediamo l'attuale programma di acquisto di obbligazioni che la BCE sta tenendo aperto come insufficiente", sottolineano gli esperti di Link Securities.
Crisi del debito
Le aggressive politiche fiscali attuate da diversi paesi stanno avendo un impatto sui mercati obbligazionari, che, secondo Link Securities, stanno subendo un forte calo da due giorni,
"I titoli di Stato dei paesi più deboli dal punto di vista fiscale, in particolare quelli ai margini dell'euro come Grecia, Italia, Portogallo o Spagna, sono i più puniti, il che ha causato un forte aumento dei loro rendimenti negli ultimi giorni, così come i premi di rischio di questi paesi, che porteranno ad un futuro aumento del costo dei finanziamenti sia per gli Stati che per le aziende che si presentano sul mercato per emettere debito", spiegano questi analisti.
"I mercati obbligazionari sono totalmente dislocati, data la mancanza di liquidità, la paura della situazione, che fa andare i soldi in contanti, in un modo strano", spiega José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets.
"Le obbligazioni non sono più considerate, almeno temporaneamente, un rifugio sicuro per paura che i debiti assunti dagli Stati siano troppo elevati. Questo in parte. E in un'altra parte a causa della gravità della situazione del mercato azionario, che induce molti a chiudere tutto e ad andare in contanti", aggiunge questo esperto.
"Le correlazioni tra i mercati sono state spezzate, il che è un segno di fortissimo stress di mercato, visto solo nel 2008 e così per esempio ieri il dollaro è salito contro tutti gli incroci, contro ogni logica perché i loro tassi di interesse sono scesi molto rispetto agli altri, ma affermando il suo ruolo di valore rifugio nei momenti più difficili. Anche se lasciamo sempre la porta aperta a tutto ciò che potrebbe essere il risultato del caos totale che abbiamo in questo momento", sottolinea Cárpatos.
"Adesso serve la solidarietà europea, anche dal punto di vista finanziario". Lo ha detto Isabel Schnabel, membrob tedesco del comitato esecutivo della Bce, parlando alla Zeit, in un'intervista anticipata oggi dal settimanale in uscita domani. Schnabel ha sottolineato che la "politica monetaria non può ovviare da sola a questa crisi". "Abbiamo bisogno di una forte ulteriore risposta di politica di bilancio, ideale sarebbe a livello europeo", ha aggiunto.
La Bce limerà le previsioni di crescita per l'eurozona decisamente verso il basso. Lo ha annunciato Isabel Schnabel, membro tedesco del comitato esecutivo della Bce alla Zeit, in un'intervista in uscita domani anticipata dal settimanale. "Viviamo uno shock economico molto forte", ha affermato. Le possibilità di una recessione sono sensibilmente salite. Le ultime stime per questo anno erano dello 0,8%. "Questo è superato". "Dovremo certamente correggere le previsioni decisamente verso il basso", concludeva Cárpatos.