di Swathi Nair e Shrutee Sarkar
BANGALORE (Reuters) - La Banca centrale europea potrebbe annunciare nel prossimo trimestre i piani a lungo attesi per la riduzione del programma di acquisto di asset.
È quanto affermato da un poll di economisti intervistati da Reuters, di cui la gran parte si aspetta che il programma venga concluso entro la fine di marzo.
Con l'economia della zona euro che cresce al ritmo più veloce mai registrato e l'inflazione che si avvia a salire ulteriormente, le pressioni sulla Bce per ridurre il Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pepp) sono in aumento, come avviene per le principali banche centrali al mondo. [ECILT/US]
"Sebbene la Bce avvierà a settembre le discussioni sulla riduzione del Pepp, nessuna decisione verrà presa prima di dicembre", ha scritto George Buckley, capo economista per Regno Unito e zona euro presso Nomura, in una nota ai clienti.
"Tuttavia, ci sono dei fattori che mettono a rischio questa visione. Con l'aumento dei casi di coronavirus e l'incertezza che permane in merito al futuro del virus in autunno la Bce potrebbe voler portare avanti gli acquisti ai tassi attuali fino alla fine dell'anno per evitare un aumento arbitrario dei rendimenti".
Sebbene le nuove varianti del coronavirus restino una minaccia per l'economia mondiale, gran parte dei Paesi della zona euro ha ridotto i rischi sanitari e la probabilità di ulteriori lockdown grazie a campagne vaccinali di successo.
Il più recente sondaggio condotto da Reuters tra il 9 e il 13 agosto è stato più specifico di quello precedente e ha richiesto di fornire tempistiche per l'annuncio di una riduzione del programma, oltre che una data di partenza per il "tapering". Questa volta 12 dei 29 economisti hanno previsto un annuncio a settembre, mentre la scelta di altri 15 è ricaduta sul prossimo trimestre e 10 hanno pensato a dicembre. Secondo due economisti l'annuncio avverrà nel primo semestre del prossimo anno.
La Bce valuterà indubbiamente con attenzione le tempistiche relative a decisioni e comunicazioni in merito, visto che la Federal Reserve statunitense sta affrontando un dilemma in materia di politica monetaria molto simile e potrebbe ricevere delle reazioni negative da parte dei mercati se dovesse agire troppo in fretta.
"Le discussione della Bce avverranno in maniera critica sullo sfondo di un possibile "taper tantrum" negli Stati Uniti, dopo che la Fed ha comunicato a giugno di aver avviato i colloqui per la riduzione degli acquisti di asset". secondo Bas van Geffen, senior macro strategist presso Rabobank, che si riferisce a un potenziale balzo dei rendimenti dei titoli di stato in risposta alla decisione della banca centrale.
"Ma pur mettendo in conto che (la Fed) dia un tale preavviso a settembre, il Pepp potrà restare in vigore per mitigare un possibile impatto nel quarto trimestre, con un margine sufficiente a mantenere il "ritmo sostenuto" degli acquisti fino a fine dicembre", ha detto van Geffen.
Alla domanda in merito all'inizio della riduzione del programma da parte della Bce, 18 dei 29 economisti hanno risposto che avverrà entro la fine dell'anno, mentre 11 di loro prevedono l'avvio del tapering il prossimo anno. Oltre l'80% degli economisti, 29 su 34, hanno previsto che il programma verrà terminato entro la fine del primo trimestre del 2022.
Ma gli analisti hanno sottolineato che si tratterà solamente della prima fase di riduzione dell'acquisto di asset, con la Bce avrà ancora all'attivo l'Asset Purchase Programme (App).
"Se si sommano gli investimenti del Pepp con gli acquisti e reinvestimenti dell'App, la Bce rileverà in totale oltre 50 miliardi (di euro) di titoli del settore pubblico al mese, senza tener conto dei nuovi acquisti netti del Pepp", ha detto Piet Haines Christiansen, chief strategist presso Danske Bank (CSE:DANSKE).
"Quindi la Bce acquisterà ancora un bel po' di titoli di stato".
Nel frattempo si prevede che l'economia della zona euro aumenterà del 2,1% questo trimestre e dell'1,2% nel quarto trimestre, cifre in calo rispetto al +2,4% e al +1,3% previsti a luglio.
La crescita media dovrebbe attestarsi intorno al 4,6% quest'anno, aumento più rapido dall'introduzione, oltre vent'anni fa, della moneta unica, contro il 4,5% stimato nell'ultimo sondaggio. Per il prossimo anno è prevista una crescita del 4,4%, appena in al di sopra del +4,3% delle attese di luglio.
Se gli economisti hanno aumentato le stime relative all'inflazione a un picco medio trimestrale del 2,8% per il periodo ottobre-dicembre, è stato previsto un calo complessivo dell'inflazione all'1,5% nel 2022, ben al di sotto del target della banca centrale.
Il tasso di disoccupazione della zona euro, che ha raggiunto un picco pandemico dell'8,6% ad agosto per scendere poi al 7,7%, dovrebbe impiegare almeno un anno secondo le stime per tornare al tasso pre-pandemia del 7,4%.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Stefano Bernabei, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)