Di Alessandro Albano
Investing.com - Aumenta la pressione al numero 10 di Downing Street, dopo che il tasso di inflazione del Regno Unito è tornato sopra il 10% a settembre: sono stati soprattutto i prezzi dei beni alimentari a pesare sulle entrate delle famiglie, tenendo così sotto pressione il Primo Ministro Liz Truss e la Bank of England.
L’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,5% rispetto ad agosto, mentre i prezzi al consumo core sono aumentati dello 0,6%, entrambi i dati leggermente superiori alle attese. Questo ha portato il tasso principale al 10,1% dal 9,9%, mentre il tasso core è salito al 6,5% dal 6,3%.
C'è, tuttavia, uno spiraglio di notizie positive, in quanto l’inflazione dei prezzi alla produzione, che si traduce in inflazione al consumo con un modesto ritardo, ha visto un rallentamento rispetto ad agosto, anche se inferiore al previsto. I prezzi alla produzione sono aumentati solo dello 0,2%, portando il tasso annuale dell’IPP al 15,9% dal 16,4%.
"Non c'è tregua per la Banca d'Inghilterra: le pressioni inflazionistiche persistono in varie misure", scrive in una nota Jamie Niven, Senior Fund Manager di Candriam.
"L'inflazione headline è tornata ai livelli di luglio ed è quella su cui si concentreranno maggiormente i titoli dei giornali, ma l'inflazione core continua a salire (6,5% a/a) ed è più preoccupante", sottolinea il manager.
Proprio per questo, il pound GBP/USD sta perdendo lo 0,5% sul dollaro a $1,1261, con rendimento del titolo a 10 anniin rialzo del 2,7% al 4,0515%
Il mercato continuerà a prezzare un rialzo di 100 pb per la riunione di novembre della Bank of England (BoE), il che è problematico per il Comitato di Politica Monetaria (MPC) che, secondo Candriam, preferirebbe un rialzo di 75 pb, considerando "il suo orientamento più dovish rispetto alle altre banche centrali nell'ultimo anno".
Tuttavia, spiega Jamie Niven, "la BoE non può permettersi di turbare nuovamente i mercati disattendendo le attese".
L'asset manager ritiene che il tasso finale prezzato dai mercati "sarà difficile da raggiungere" senza colpire in modo considerevole i consumatori, "con una conseguente recessione inevitabile".
"Il MPC ne è perfettamente consapevole, ma ha le mani legate... ancora una volta", aggiunge il fund manager.