Investing.com - Lo yen, tradizionale valuta rifugio, si rafforza questo mercoledì, mentre il dollaro crolla al minimo di due settimane contro il paniere delle valute sulla scia delle dimissioni del principale consigliere economico del Presidente Donald Trump che hanno alimentato i timori per un’imminente guerra commerciale.
Il cambio USD/JPY scende dello 0,41% a 105,68 alle 03:31 ET (08:31 GMT), non lontano dal minimo della notte di 105,46.
I mercati sono stati colpiti da un’ondata di vendite in seguito alla notizia delle dimissioni di Gary Cohn dal ruolo di direttore del Consiglio Economico Nazionale dopo non essere riuscito a convincere Trump a non imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti.
La scorsa settimana, Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi all’importazione del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio per rispettare la sua agenda commerciale nazionalista.
Le dimissioni di Cohn fanno temere che il governo Trump possa avere campo libero nell’attuare un’agenda protezionista e fanno salire le probabilità di una vera e propria guerra commerciale.
Alcuni operatori dei mercati temono inoltre che i dazi proposti possano spingere l’inflazione e provocare ritorsioni da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti. I principali possessori di Buoni del Tesoro USA, compresi Cina ed Unione Europea, potrebbero infatti ridurre la quantità di asset statunitensi in loro possesso.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 89,52, dopo aver toccato il minimo di due settimane di 89,38 nella notte.
L’euro oscilla vicino al massimo di tre settimane, con la coppia EUR/USD a 1,2413.
La sterlina è in lieve ribasso, con il cambio GBP/USD giù dello 0,08% a 1,3874.
Il dollaro canadese scende, con la coppia USD/CAD in salita dello 0,36% a 1,2922, mentre l’attenzione degli investitori si rivolge alla decisione sui tassi di interesse della Banca del Canada nel corso della giornata.
La Banca del Canada ha dichiarato che l’incertezza sul futuro dell’Accordo nordamericano per il libero scambio sta pesando sempre di più sulle prospettive per l’economia canadese.
La banca centrale dovrebbe lasciare invariato il tasso di interesse di riferimento all’1,25% quest’oggi.