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As Roma, titolo debole dopo 9 arresti per inchiesta stadio

Pubblicato 13.06.2018, 13:51
© Reuters.  As Roma, titolo debole dopo 9 arresti e diversi indagati per inchiesta stadio
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Investing.com - Giornata negativa per As Roma (MI:ASR) che tocca un -1,49% con le azioni che scendono a 0,431 euro. Il titolo risente della notizia dell’arresto di nove persone (sei in carcere e tre ai domiciliari) nell’ambito dell’inchiesta denominata “Rinascimento”, avente per oggetto il nuovo stadio della squadra di calcio.

Tra gli arresti c’è anche il presidente di Acea (MI:ACE), la municipalizzata della capitale, Luca Anzalone, anche se il titolo ha recuperato dopo un’apertura negativa e a metà seduta resta positivo a +0,66%.

Gli arresti sono iniziati questa mattina ad opera dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale e gli indagati sono accusati di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione”, nel contesto della realizzazione del nuovo stadio di Tor di Valle a Roma.

Sull’area in questione era stata aperta un’indagine dal sostituto procuratore Mario Dovinola, con l’attenzione dei magistrati che era stata attirata dall’accelerazione con cui era stata definita la transazione prevista per il 31 dicembre 2013 ma poi anticipata al 25 giugno 2013.

I magistrati hanno ricostruito la rete di rapporti tra politica romana e gli imprenditori, rapporti che hanno fatto emergere dei presunti illeciti dietro il rilascio di atti propedeutici alla edificazione dello stadio, un presunto “sistema” illecito che avrebbe consentito una speculazione edilizia in quell’area.

I nomi degli indagati coinvolgono esponenti di tutte le aree politiche, con Lanzalone che viene considerato come un manager legato ai 5 Stelle e nominato presidente dall’attuale Sindaca di Roma, Virginia Raggi. Lanzalone era stato chiamato da Grillo e Casaleggio per seguiere la vicenda dello stadio.

Acea non ha voluto commentare la notizia, mentre è stata annullata la conferenza stampa prevista nella giornata di oggi.

Gli altri nomi sono quelli dell’imprenditore Luca Parnasi, amministratore del gruppo immobiliare Parsitalia che nel 2012 aveva rilevato l’area dello storico Ippodromo di Tor di Valle per investire nel progetto sportivo dello stadio.

Coinvolti anche Michele Civita, consigliere regionale del Pd, attualmente ai domiciliari, e il vice presidente del Consiglio del Lazio eletto in Forza Italia ed ex Alleanza Nazionale, Adriano Palozzi.

Tra gli indagati ci sarebbe anche Paolo Ferrara, capogruppo grillino in Campidoglio e attivo nella trattativa avviata tra il Comune di Roma e la “Eurnova” di Luca Parnasi, spendendosi per modificare il piano originario del progetto.

La vicenda potrebbe creare preoccupazioni circa la realizzazione del nuovo impianto sportivo della soscietà sportiva romana. “Se è tutto regolare spero che il progetto stadio possa andare avanti”, ha dichiarato la Sindaca Virginia Raggi, anche se non ha voluto aggiungere altro in attesa “di leggere le carte”.

A difesa di alcuni arrestati è sceso in campo anche Matteo Salvini, che ha affermato che “chi stava lavorando allo stadio della Roma ed è stato arrestato lo conosco personalmente come una persona perbene e spero possa dimostrare la sua innocenza”.

La vicenda dello stadio aveva monopolizzato il dibattito politico romano, evidenziando contrasti tra le file dei 5 Stelle, con Cristina Grancio, consigliera grillina in Campidoglio, che ha raccontato la sua esperienza. “Ho invitato più volte la Sindaca Raggi e la maggioranza M5S a tenere gli occhi aperti sulla questione”, ha raccontato, e “per tutta risposta sono stata espulsa dal Movimento”.

“Nei miei e nei confronti di quegli attiviti che ponevano legittimamente dei quesiti sull’impianto ci fu un clima di violenza psicologica e accanimento ingiustificato”, continua Grancio, “io attraverso l’ex assessore Paolo Berdini, feci chiedere all’Avvocatura capitolina un parere sull’impianto, 7-8 quesiti per vederci più chiaro e che riguardavano elementi urbanistici ma che si concentravano anche sulla società Parnasi”. A quel punto, secondo il suo racconto, “il parere è stato secretato dalla Sindaca. Che motivo c’era di nascondere ai consiglieri comunali quell’atto? E’ stata una decisione gravissima”.

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