MILANO (Reuters) - Piazza Affari si muove in leggero calo in un mercato cauto sulle deboli prospettive dell'economia, e che in mattinata risente della chiusura negativa di Wall Street ieri sui timori di recessione alimentati dai deludenti dati macro.
L'attenzione degli investitori rimane rivolta alle indicazioni macroeconomiche con un focus sui dati relativi agli occupati ADP negli Usa, che assumono una rilevanza particolare anche considerato che i dati sul mercato del lavoro saranno pubblicati venerdì con i mercati chiusi per la festività pasquale.
Intanto la stima flash del Pmi composite della zona euro è sceso a marzo a 53,7 da 54,1.
Intorno alle 10,35 il Ftse Mib è in calo dello 0,4%.
Tra i titoli in evidenza:
I timori sull'economia favoriscono gli acquisti dei tritoli difensivi, in primo luogo le utility: Terna (BIT:TRN), Snam (BIT:SRG), Italgas (BIT:IG) e Hera (BIT:HRA) che mostrano progressi tra il 2% e 1,2%.
Deboli i bancari, penalizzati a livello globale dall’avvertimento di ieri dell’AD di JPMorgan, Dimon, secondo il quale gli effetti della recente crisi bancaria si faranno sentire per anni. L'indice del settore italiano cede l'1,4% con Intesa (BIT:ISP) e Unicredit (BIT:CRDI) in linea con il paniere.
In fondo al FTSE Mib i titoli più legati al ciclo economico come quello industriale e auto. Prysmian (BIT:PRY) perde il 3,8%, Iveco il 3,1% e Interpump (BIT:ITPG) l'1,5%.
Pirelli (BIT:PIRC) in calo del 2,5% appesantito dalle indiscrezioni di Bloomberg ieri, secondo cui il governo italiano sta studiando varie opzioni per limitare l'influenza della cinese Sinochem, primo azionista, sul gruppo di pneumatici.
Telecom Italia (BIT:TLIT) in rialzo dello 0,9% mentre secondo indiscrezioni stampa il fondo Usa Kkr avrebbe chiesto alle banche un finanziamento da 10,5 miliardi per rifinanziare il maggiore debito della Netco e integrare la sua proposta di acquisto della rete, portandola a 22 miliardi.
Fuori dal FTSE MIB, De Nora perde il 4% risentendo della cessione, attraverso un'operazione di 'accelerated bookbuilding', del 5,7% del capitale, anche se il titolo scambia sopra il prezzo di cessione delle azioni.
(Andrea Mandalà, editing Francesca Piscioneri)