di Christopher Thompson e Lisa Jucca
LONDRA/MILANO (Reuters) - La campagna d'Italia di Napoleone fece di lui uno degli strateghi militari più importanti d'Europa. L'AD di Credit Agricole (PA:CAGR), Philippe Brassac, ha però ridimensionato i suoi obiettivi di conquista nel paese. L'offerta per il Credito Valtellinese da 737 milioni di euro in contanti è una semplice schermaglia rispetto al possibile assalto frontale al Banco BPM. Da un punto di vista strategico, l'operazione annunciata oggi è una vittoria innegabile per Credit Agricole. L'unione creerà una banca con 100 miliardi di euro in asset, la settima in Italia per dimensioni. Ed è anche assolutamente sostenibile. Brassac ritiene che l'operazione toglierà soltanto 20 punti base al Cet1 del gruppo francese, pari al 12,6%. L'offerta in contanti da 10,5 euro per azione appare generosa, con un premio di oltre il 50% rispetto al prezzo medio ponderato per i volumi del titolo Creval (MI:PCVI) negli ultimi sei mesi. Tuttavia valuta la banca soltanto al 43% del suo tangible book value stimato, secondo i dati Refinitiv. Credito Agricole dovrebbe avere pochi problemi nel raggiungere il promesso ritorno sull'investimento del 10% in tre anni. Ciò implica che Creval registrerà utili di almeno 74 milioni di euro, in rialzo rispetto ai 58 milioni attesi quest'anno. Brassac può raggiungere questo obiettivo tagliando i costi operativi di 22 milioni di euro, una volta tassati del 29% come per Creval. Ciò equivale a poco più dell'1% dei costi congiunti in Italia. Intesa Sanpaolo (MI:ISP) ha previsto di ottenere sinergie di circa 5 volte superiori con l'acquisto di Ubi Banca (MI:UBI). Il fatto che Agricole stia facendo un affare aiuta a spiegare come mai il titolo Creval scambi poco sopra il prezzo di offerta. Accontentandosi del Creval, Agricole sta rinunciando però ad un'aggregazione più ambiziosa, quella con la più grande Banco BPM. La banca francese ha contattato l'istituto guidato da Giuseppe Castagna per una potenziale aggregazione in precedenza quest'anno. Ma i colloqui sono naufragati su questioni di governance, dice una fonte vicina alla situazione. Se Banco BPM finisse con l'aggregarsi con la rivale Bper (MI:EMII), come i due istituti hanno lasciato intendere nel weekend, Brassac sarà tagliato fuori da qualsiasi deal bancario di peso italiano. Ha scelto la campagna d'Italia più facile. Quantomeno sta pagando solo un prezzo modesto per il suo Piano B.
(in redazione a Milano Gianluca Semeraro, Sabina Suzzi)