TORINO/ROMA (Reuters) - L'accordo sottoscritto ieri tra Acea (MI:ACE) e sindacati che ripristina, per i nuovi assunti col contratto a tutele crescenti, l'articolo 18 come indicato nella legge Fornero non piace a Confindustria.
Si tratta di "un grande errore", secondo il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia.
La riforma Fornero del 2012 ha già superato lo Statuto dei lavoratori del 1970, confermando l'obbligo di reintegra nei casi di licenziamenti discriminatori mentre, per il licenziamento economico, prevede un indennizzo salvo che sia dimostrata la "manifesta insussistenza del fatto".
Il successivo Jobs act, voluto fortemente dall'ex premier Matteo Renzi nel 2015, introduce il nuovo contratto a tutele crescenti che è a tempo indeterminato, ma senza nessun diritto al reintegro in caso di licenziamento economico.
Ieri, il vice presidente di Confindustria Maurizio Stirpe aveva parlato di "ingerenza politica" da parte del M5s, minacciando l'espulsione della multiutility romana, i cui vertici sono stati indicati dalla sindaca grillina di Roma, Virginia Raggi.
Oggi Boccia ha moderato i toni, pur mantenendo la critica: "È un caso particolare che non è nelle linee di Confindustria, ma per noi non cambia nulla. Non c'è stata intromissione della politica, siamo rispettosi di questa azienda ma riteniamo sia un grande errore", ha detto parlando a Torino.
L'ipotesi di accordo integrativo tra Acea e sindacati, che andrà sottoposto ai lavoratori, riguarda circa 400 lavoratori assunti col nuovo contratto a tutele crescenti su un totale di 8.000 dipendenti.
La scelta è stata salutata come un successo dalla Cgil, che sull'articolo 18 aveva promosso un referendum, poi bocciato dalla Corte Costituzionale.
Ieri sera, a borse chiuse, Acea ha spiegato in una nota che l'intesa coi sindacati è "funzionale allo sviluppo del piano industriale e si fonda su innovativi criteri di organizzazione, di inquadramento professionale, di flessibilità operativa a garanzia della continuità del servizio reso agli utenti".
Il segretario della Filctem Cgil, Emilio Miceli, ricorda che altre aziende, come la multinazionale svedese degli pneumatici Trelleborg, hanno mantenuto le tutele ante Jobs act.
(Massimiliano Di Giorgio, Gianni Montani)