(Reuters) - Tim (BIT:TLIT) comunica che la Corte d’Appello di Roma ha deciso con sentenza odierna di riconoscere al gruppo il rimborso richiesto allo Stato per circa 1 miliardo, chiudendo un contenzioso sulla restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, l’anno successivo alla liberalizzazione del settore tlc.
La somma dovuta, spiega Tim, è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati per un totale pari a circa 1 miliardo di euro.
Tim ricorda che nel 2020 la Corte di Giustizia Ue ha stabilito che il sistema normativo comunitario non consentiva a una normativa nazionale di prorogare per il 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni precedentemente concessionaria - come Tim - di versare un canonecalcolato in funzione del fatturato, ma permetteva soltanto la richiesta di pagamento dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali.
La sentenza è immediatamente esecutiva e Tim avvierà da subito le procedure per il recupero dell’importo in questione.
(Redazione Roma, editing Stefano Bernabei)