MILANO (Reuters) - Per Credito Fondiario un'eventuale Ipo rimane un obiettivo da prendere in considerazione nella parte finale dell'anno, dopo avere perseguito una crescita che potrà svolgersi tanto per vie organiche quanto tramite combinazioni con altri player o anche nuovi deal di piattaforma come la partnership con Banco Bpm (MI:BAMI).
A dirlo è il direttore generale Iacopo De Francisco parlando dopo la presentazione di risultati 2019, che mostrano attivi in gestione superiori a 51 miliardi, complici anche 1 miliardo di investimenti proprierati, con incassi in incremento del 127% nell'esercizio a oltre 500 milioni.
"Noi abbiamo una pipeline importantissima, abbiamo volontà e possibilità di crescere," sottolinea De Francisco. "Un Ipo non è sicuramente un target per i primi mesi dell'anno, è qualcosa che valuteremo verso fine anno".
Dopo il mancato accordo con Banca Ifis e la scelta di Cerved (MI:CERV) di proseguire sulla strada della cessione a Intrum della Credit Management Unit per la quale Credito Fondiario aveva proposto una fusione inversa, la banca controllata da Elliott continua a guardare a possibili operazioni in un settore destinato al consolidamento.
"C'è possibilità di fare sinergie pari al 20-25% della base dei costi", spiega De Francisco aggiungendo che a spingere verso aggregazioni è anche la necessità di condividere crescenti investimenti e costi di compliance in un settore sempre più rilevante a livello sistemico e pertanto sotto la lente del regolatore.
"Siamo attenti a operazioni che creano valore in un settore che esprimerà ancora tassi di crescita e redditività importanti", sottolinea.
La pressione regolamentare a ridurre il peso degli Npe sotto il 5% del totale degli attivi continuerà a spingere le cessioni, secondo il direttore generale di Credito Fondiaro che vede la crescita del mercato quest'anno articolarsi su tre direttrici: nuove Gacs sulle sofferenze, ma anche operazioni su Utp e leasing comprese cessioni di piattaforme.