GENOVA (Reuters) -La Gup di Genova Paola Faggioni, al termine dell'udienza preliminare sul crollo del ponte Morandi che nel 2018 uccise 43 persone, ha disposto oggi il rinvio a giudizio nei confronti di 59 persone - compreso l'ex AD di Atlantia (MI:ATL) e Aspi Giovanni Castellucci - fra ex dirigenti e dipendenti del gruppo, e funzionari del ministero delle Infrastrutture.
La giudice ha anche accolto i patteggiamenti delle due società imputate, Autostrade per l'Italia (Aspi) e Spea.
Aspi aveva chiesto di patteggiare una pena pecuniaria di un milione di euro e aveva offerto circa 26 milioni di euro a titolo di risarcimento per lo Stato, mentre Spea aveva presentato una richiesta di patteggiamento a 810.000 euro.
Il processo inizierà il 7 luglio presso la prima sezione del tribunale di Genova.
I capi di imputazione sono, a vario titolo, disastro e crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione dolosa di cautele atte a prevenire disastri, lesioni e omicidio stradale, falso. Reati per i quali il codice penale prevede una pena edittale massima di 15 anni.
Fra gli imputati figura anche l'ex numero uno di Spea, azienda a capo delle manutenzioni, sempre del gruppo Atlantia, Antonino Galatà.
Gli imputati hanno sempre respinto gli addebiti.
"Le vittime vanno tutelate e gli innocenti vanno protetti. Finora questo processo si è rifiutato di proteggere gli innocenti", ha commentato Giovanni Paolo Accinni, uno dei due legali di Castellucci. "Se, come noi confidiamo, il dibattimento vedrà l'inizio di un processo giusto, il teorema accusatorio del pubblico ministero nei confronti dell'ingegner Castellucci si confermerà essere una foglia d'autunno, gialla, tremula, che sta per cadere e cadrà".
Paola Vicini, madre di una delle vittime, ha detto in lacrime fuori dal palazzo di giustizia: "Agli imputati non dico niente. Alle altre famiglie delle vittime dico solo, forza, coraggio e riusciremo ad avere giustizia".
Il 14 agosto del 2018 il cedimento del viadotto gestito da Autostrade per l'Italia (Aspi) causò la morte di 43 persone e il ferimento di altre 40, aprendo un aspro dibattito sulla gestione da parte di gruppi privati delle concessioni autostradali.
In oltre due anni e mezzo l'indagine ha cercato di chiarirele cause del crollo e, al termine dell'incidente probatorio nelfebbraio 2021, i periti del Gip hanno indicato la mancanza ol'inadeguatezza dei controlli e gli scarsi interventi dimanutenzione che non hanno posto rimedio alla corrosione deicavi del ponte. Secondo la procura, gli imputati apicali erano a conoscenzadello stato di pericolo in cui versava il ponte autostradale sucui per decenni è transitato tutto il traffico proveniente dallaFrancia e dal Nord-Ovest d'Italia verso Genova. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Genova ecoordinate dalla procura sostengono che la sostanziale assenzadi controlli e interventi significativi fosse finalizzata alrisparmio di denaro e a garantire utili agli azionisti.
(Emilio Parodi, editing Sabina Suzzi, Antonella Cinelli, Francesca Piscioneri)