LONDRA/MILANO (Reuters) - DoBank parteciperà al processo di cessione di npl avviato da Banco Bpm (MI:PMII).
Lo ha confermato l'AD Andrea Mangoni nel corso della conferenza stampa al termine della presentazione del nuovo piano industriale al 2020, aggiungendo che, tuttavia, per la società "la disciplina finanziaria è fondamentale".
In precedenza, il direttore finanziario, Manuela Franchi, aveva spiegato che doBank (MI:DOB) ha esaminato diverse opportunità relative a piattaforme di gestione di crediti deteriorati messe in vendita da banche italiane, ma la società ha scelto di non procedere per evitare l'impatto di un'acquisizione sui margini.
Banco Bpm ha avviato il processo di vendita di 3,5 miliardi di npl, invitando i potenziali acquirenti ad avanzare proposte per un quantitativo maggiore di deteriorati e anche per la piattaforma di gestione dei crediti.
Secondo quanto riferito ieri da alcune fonti, doBank è tra i soggetti interessati alla piattaforma.
Prima dell'apertura di Piazza Affari, doBank aveva annunciato il business plan al 2020.
Mangoni, durante la presentazione agli analisti, ha affermato che il gruppo potrebbe valutare co-investimenti nell'acquisto di npl soltanto se necessario ad aggiudicarsi il mandato di servicing, ma con un impatto quasi nullo sulla struttura di capitale. L'AD ha proseguito: "Sull'acquisto delle piattaforme non faremo partnership con investitori. Sul portafoglio, invece, noi non investiamo, quindi prevediamo di accompagnare in partnership gli investitori che lo faranno".
Agli analisti Franchi ha spiegato che la situazione politica italiana non incide sui processi di cessione di npl, nonché sul grado di interesse dei potenziali investitori. Il cfo ha aggiunto di ritenere che la struttura creata da Intrum Justitia e Intesa Sanpaolo (MI:ISP) non sarà in grado di aggiudicarsi dei contratti di servicing dalle altre banche, alla luce della partecipazione dell'istituto guidato da Carlo Messina.
Mangoni ha confermato che la cessione di unlikely-to-pay (utp) è in rampa di lancio: "Le banche italiane stanno lavorando alla cessione degli incagli, ci aspettiamo che a breve diventi un fenomeno evidente".
L'AD ha ribadito l'interesse di doBank per "Spagna e paesi del sud Europa, ma è ancora presto, non abbiamo dossier al vaglio".
Dopo una reazione iniziale positiva, che l'ha portato a toccare quota 11,35 euro, il titolo doBank ha cambiato direzione: attorno alle 16,10 italiane, infatti, perde l'1,09%, a 10,9 euro, dopo aver fatto segnare un minimo di 10,75 euro.
"Il piano non ha fornito spunti di particolare novità", spiega un analista che segue doBank, "con numeri prospettici in linea col consenso. Pochi dettagli su m&a, e niente numeri su espansione in Grecia e utp, il cui impatto è già incluso nei target di piano. Invariato il target di dividendo. L'unico elemento veramente nuovo", conclude l'analista, "è il cambio di struttura societaria da banca a servicing company, che permette di liberare capitale per m&a".
(Pamela Barbaglia)
((via Redazione Milano, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129436, Reuters messaging: andrea.mandala.thomsonreuters.com@reuters.net)). Per una panoramica su mercati e notizie in lingua italiana con quotazioni, grafici e dati, gli abbonati Eikon possono digitare nel Search Box di Eikon la parola “Pagina Italia” o “Panorama Italia”.