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Fondi, alcuni gestori scommettono su azionario Italia anche con 'no' a referendum

Pubblicato 24.11.2016, 11:17
© Reuters.  Fondi, alcuni gestori scommettono su azionario Italia anche con 'no' a referendum
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di Danilo Masoni

MILANO (Reuters) - Alcuni gestori nuotano contro corrente, convinti che l'attesa sconfitta del presidente del Consiglio Matteo Renzi al voto referendario del 4 dicembre rappresenti un'opportunità di acquisto dopo i recenti ribassi.

L'azionario ha perso quasi un quarto del suo valore quest'anno e anche i bond governativi sono sotto attacco, sui timori che un "no" al referendum spinga Renzi alle dimissioni, portando a conseguenze destabilizzatrici sui titoli italiani e sull'euro.

"L'umore degli investitori cambierà per uno, due o tre mesi, ma se il 'no' vince non sarà una catastrofe", dice Umberto Borghesi di Albemarle Asset Management, società di gestione che ha sede nel Regno Unito, che lancia un piccolo fondo sull'azionario Italia quattro giorni prima del referendum costituzionale. "Le crisi non si possono evitare ma si possono sfruttare a proprio favore".

Borghesi, che gestisce circa 400 milioni di euro, dice che Albemarle ha in programma di raccogliere fino a 60 milioni per il nuovo fondo, che intende focalizzarsi su azioni sottovalutate.

I suoi titoli preferiti includono Mondadori, la società di macchinari per lavorare il legno Biesse, un altro produttore di macchinari, Saes Getters, azioni che, dice, non sono amate dal mercato ma che appartengono a società ben gestite che hanno prodotti richiesti.

AXA Investment Managers, uno dei più grandi gestori in Europa, ha un fondo da 300 milioni sull'azionario Italia, che mantiene la sua posizione 'overweight' sulle banche italiane, viste più vulnerabili ad un possible sell-off.

"Non facciamo trading sul referendum. Sarebbe come acquistare un biglietto della lotteria", dice Gilles Guibout, responsabile europeo AXA per la strategia equity. ""Noi facciamo investimenti guardando a tre anni e non a tre settimane".

Secondo Guibout, le autorità europee impediranno il verificarsi di una crisi perché l'integrtità dell'euro sarebbe a rischio se le banche italiane implodessero.

"Una rottura della zona euro e una crisi bancaria sono rischi talmente grandi che si farà di tutto per evitarli," dice Guibout, aggiungendo di scommettere sul fatto che le banche saranno costrette a fondersi e ad aumentare la redditività.

Roberto Lottici, gestore di Banca Ifigest, sta aumentando la sua esposizione al mercato italiano, focalizzandosi su azioni che hanno flussi di redditi sicuri.

I suoi titoli preferiti includono Snam (MI:SRG), Terna (MI:TRN), Eni (MI:ENI), Prysmian (MI:PRY) e Intesa (MI:ISP).

Deutsche Bank dice che lo scenario peggiore dopo un "no" al referendum sarebbe un referendum sulla partecipazione all'euro, che potrebbe portare l'azionario a perdere metà del suo valore entro l'inizio del 2018.

Borghesi dice che se i suoi titoli perdono terreno ma meno del mercato, il suo fondo farà soldi.

"E' difficile dire se la borsa salira o scenderà. Ma se individui società con buoni manager e buoni prodotti, c'è una buona probabilità che loro facciano meglio del mercato", dice.

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