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Gruppo ambientalista critica Eni per uso sottoprodotto olio di palma

Pubblicato 29.01.2024, 11:43
© Reuters. Logo Eni proiettato sulla sede dell'azienda a Roma. 23 dicembre 2017.  REUTERS/Alessandro Bianchi
ENI
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MILANO (Reuters) - Secondo l'organizzazione ambientalista europea Transport & Environment (T&E), l'uso da parte di Eni (BIT:ENI) di un sottoprodotto dell'olio di palma nella produzione di biocarburanti mostra un allontanamento dai precedenti impegni assunti dal gruppo energetico.

La Commissione europea nel 2019 ha detto che la coltivazione dell'olio di palma provoca un'eccessiva deforestazione, chiedendo ai Paesi membri di limitare l'uso nella produzione di biocarburanti fino al 2023 e di eliminarlo gradualmente entro il 2030.

Nel 2020 Eni si è impegnata a diventare 'palm-oil free' nelle proprie raffinerie entro il 2023 e a ottobre 2022 aveva annunciato di aver raggiunto l'obiettivo prima del previsto.

Tuttavia il rapporto di T&E, intitolato "Promessa non mantenuta: come le raffinerie di Eni fanno ancora affidamento su prodotti a base di olio di palma", mostra prove del trasporto di distillato di acidi grassi di olio di palma (Pfad), un sottoprodotto dell'olio di palma, alle raffinerie Eni l'anno scorso.

"Questo nonostante gli studi scientifici dimostrino come i Pfad siano un motore della deforestazione insieme all'olio di palma grezzo", si legge nel rapporto.

Secondo l'organizzazione queste prove si scontrano con la promessa di Eni del 2020 di eliminare gradualmente l'olio di palma grezzo e i suoi derivati.

In risposta, Eni ha detto di essere un'azienda 'palm oil-free' dalla fine del 2022 e che l'uso del Pfad è consentito dalle normative europee e italiane.

"Il Pfad è un sottoprodotto di scarto del processo di raffinazione dell'olio di palma", ha detto. "Non siamo d'accordo nell'equiparare l'uso di questo prodotto di scarto all'uso dell'olio di palma stesso".

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Anche molti altri produttori di biocarburanti, tra cui il leader di mercato europeo Neste, classificano il Pfad come un prodotto di scarto del processo di raffinazione.

Quando Eni ha annunciato la fine dell'approvvigionamento di olio di palma nell'ottobre 2022 ha detto che avrebbe continuato a utilizzare i sottoprodotti di scarto, cambiando così rotta rispetto al precedente impegno di eliminare l'uso sia dell'olio di palma stesso sia dei Pfad.

T&E sostiene che le compagnie petrolifere e i produttori di biocarburanti di solito considerano i Pfad come "scarti e residui", al fine di escludere le emissioni upstream dalle valutazioni dell'impatto climatico del sottoprodotto.

(Francesca Landini, tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)

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