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Ilva, Gnudi: governo per newco pubblica che affitti impianti

Pubblicato 13.01.2015, 16:41
Ilva, Gnudi: governo per newco pubblica che affitti impianti
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ROMA (Reuters) - Il governo intende costituire una società a capitale pubblico che prenda in affitto gli impianti dell'Ilva per continuare a produrre acciaio, dopo che l'azienda siderurgica avrà avuto accesso all'amministrazione controllata.

Lo ha detto oggi il commissario straordinario dell'Ilva Piero Gnudi.

"Il percorso studiato è che si va in amministrazione straordinaria, poi viene costituita una società a capitale pubblico che dovrebbe teoricamente prendere in affitto quest'azienda [Ilva]. Tra due o tre anni l'azienda può essere messa comodamente sul mercato", ha detto Gnudi nel corso di un'audizione presso le commissioni Industria e Ambiente al Senato sul nuovo decreto per l'Ilva varato dal governo prima di Natale.

Rispondendo successivamente a una domanda di Reuters, Gnudi ha detto che si tratta di "un'intesa che è venuta fuori all'interno del governo", e che dipende dall'eecutivo se nella newco possano entrare anche una o più società tra quelle che negli ultimi mesi hanno espresso interesse per Ilva.

Nei giorni scorsi, una fonte governativa ha detto a Reuters che l'esecutivo vede con interesse l'ipotesi che ArcelorMittal e Marcegaglia intendano entrare nella newco. Ma il gigante mondiale dell'acciaio, che insieme al gruppo italiano aveva presentato un'offerta non vincolante per Ilva, non ha voluto finora commentare tale possibilità.

Secondo Gnudi, che ha citato il piano industriale predisposto dall'azienda, Ilva - che a novembre perdeva 12-13 milioni al mese - tornerebbe in pareggio nel corso del 2016 e andrebbe in attivo nel 2017.

Al termine del periodo di affitto, Ilva spa in amministrazione controllata riprenderebbe in mano l'azienda, ha spiegato Gnudi, e a quel punto la metterebbe sul mercato.

Prima, coi soldi ricevuti dovrebbe pagare i numerosi debiti: quelli per l'attività aziendale, definiti da Gnudi "rilevanti ma non rilevantissimi", poi i debiti determinati dai risarcimenti dei danni per l'inquinamento, il cui importo, ha detto ancora l'ex ministro, "non è assolutamente prevedibile".

Quel che Gnudi ha escluso, rispondendo ai senatori, è che ai proprietari di Ilva - in particolare la famiglia Riva, che ne detiene il 90% - possano venire degli utili dall'operazione: "Se alla fine del fallimento rimangono dei soldi quelli sono del fallito, è vero, ma nella storia della Repubblica non è mai successo, e in questo caso c'è una tale montagna di debiti che è matematico".

(Massimiliano Di Giorgio)

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