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Mps, trattativa con UniCredit incagliata su alcuni nodi - fonti

Pubblicato 22.10.2021, 18:39
© Reuters. Il logo Monte dei Paschi di Siena presso una filiale a Roma. REUTERS/Max Rossi

di Valentina Za e Giuseppe Fonte

MILANO (Reuters) - A pochi giorni dal cda di UniCredit (MI:CRDI) chiamato ad approvare i conti trimestrali restano distanti le posizioni della banca guidata da Andrea Orcel e del Tesoro sui termini dell'accordo per l'acquisto di Banca Mps (MI:BMPS).

È quanto riferito a Reuters da persone coinvolte nelle trattative. 

Ci si attende che i negoziati restino appesi al filo fino all'ultimo con le parti impegnate a superare le numerose questioni irrisolte data la posta in gioco.

Per l'Italia una fusione con una banca più forte risolverebbe la crisi più che decennale della banca divenuta il simbolo dei problemi del settore nel Paese.

UniCredit, d'altra parte, ha definito Mps alle condizioni fissate in luglio come il miglior deal su piazza.

L'obiettivo per la banca di piazza Gae Aulenti continua a essere quello di una decisione in tempo utile per il Cda del 27 ottobre ma alcune fonti sedute al tavolo negoziale ritengono possa volerci più tempo e che non si tratti di una scadenza ultimativa.

Quando il 29 luglio scorso UniCredit ha avviato colloqui esclusivi per rilevare "parti selezionate" di Mps, aveva stabilito che l'accordo avrebbe dovuto mantenere inalterato il capitale e incrementare gli utili per azione del 10%. Il target dichiarato erano gli sportelli Mps in Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

A tre mesi di distanza manca ancora l'accordo sul perimetro con una fonte che parla di un tentativo del governo di farvi rientrare controllate del Monte per cui UniCredit non ha alcun interesse. L'altro nodo resta quello del capitale necessario a garantire la neutralità, condizione posta fin dall'inizio dal precedente AD Jean Pierre Mustier ma oggetto di discussione dato che i calcoli sono soggetti a valutazioni sul fair value che si prestano a visioni divergenti.

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Per UniCredit servono oltre 7 miliardi per rispettare le condizioni di luglio ma il governo, che ha già messo sul piatto circa 2 miliardi di Dta sarebbe disposto a un esborso massimo di 3,5 miliardi, secondo una fonte, per rimpolpare il Cet1 e coprire le 7.000 uscite che servono ad allineare i parametri di efficienza del Monte a quelli di UniCredit.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)

Ultimi commenti

Mammamia che problemone...... ma presto ci sarà la soluzione......ci penserà il "dragone".....con i soldi di pantalone !!
non c'è margine per trattare: le parti sono troppo distanti, e lo erano fin da luglio. Già allora avevo espresso tutti i miei dubbi; non so cosa aspettassero (un miracolo?). Hanno perso solamente tempo.
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