BRUXELLES (Reuters) - Deutsche Telekom, Orange, Telefonica (BME:TEF), Telecom Italia (BIT:TLIT) e altri operatori potranno continuare a far pagare agli utenti le chiamate tra gli Stati membri dell'Ue fino al 2028, in base a un accordo provvisorio concordato dai Paesi dell'Unione e dai legislatori.
L'anno scorso i legislatori dell'Unione europea hanno proposto di eliminare le tariffe per le chiamate tra i Paesi dell'Ue, che attualmente sono limitate a 19 centesimi di euro al minuto per le chiamate e a 6 centesimi per gli Sms. I massimali, stabiliti dalle norme Ue nel 2019, scadono a maggio.
L'industria delle telecomunicazioni aveva criticato il piano, affermando che l'abolizione delle tariffe avrebbe potuto costare miliardi di euro di entrate alle aziende, in un periodo in cui stavano effettuando forti investimenti nello sviluppo dei servizi 5G in tutto il blocco.
Un rapporto commissionato da Etno, che raccoglie tra i propri membri i maggiori operatori, ha affermato che l'abolizione delle tariffe per le chiamate potrebbe comportare una perdita di entrate di almeno 2,1 miliardi di euro per gli operatori nel periodo di cinque anni fino al 2029.
"L'allineamento delle chiamate nazionali e intra-Ue entrerà in vigore a partire dal 2029. Nel frattempo continueranno a essere applicati gli attuali massimali", ha detto il deputato Alin Mituta in un comunicato.
I legislatori hanno anche approvato un piano proposto dalla Commissione europea per ridurre la burocrazia e i costi, con l'obiettivo di aiutare gli operatori a implementare il 5G in tutto il blocco per consentire al 75% delle aziende dell'Ue di utilizzare infrastrutture cloud o tecnologie di intelligenza artificiale entro il 2030.
La legge sulle infrastrutture Gigabit (Gia) stabilisce procedure più semplici e chiare per la concessione dei permessi per le infrastrutture, compreso il principio della "tacita approvazione", in base al quale l'autorizzazione all'installazione dell'infrastruttura verrebbe concessa se l'autorità amministrativa non risponde entro un periodo di quattro mesi.
La nuova legislazione chiarisce anche i fattori per il calcolo di condizioni eque e ragionevoli per l'accesso alle infrastrutture.
(Tradotto da Camilla Borri, editing Claudia Cristoferi)