MILANO (Reuters) - Rcf punta a utilizzare le risorse che raccoglierà con l'Ipo per azzerare l'indebitamento del gruppo -- cresciuto a seguito di una recente acquisizione in Danimarca -- e per essere pronta a cogliere opportunità di crescita in Europa e negli Stati Uniti.
E' quanto spiegato a Reuters da Arturo Vicari, amministratore delegato e azionista del gruppo di sistemi audio professionali, che si prepara a tornare a Piazza Affari a ottobre dopo essere stato delistato dai soci nel 2013.
"Quando ci siamo quotati la prima volta eravamo troppo piccoli, la quotazione non ci premiò", ha detto Vicari. "Però la borsa ci è sempre rimasta nel cuore e sappiamo che è uno strumento importante per crescere".
La società ha annunciato questa mattina di aver presentato a Borsa Italiana la domanda per l'ammissione alla quotazione, che avverrà attraverso un'offerta di vendita e sottoscrizione.
I 150 milioni dell'aumento saranno usati per "azzerare il debito, a seguito dell'acquisizione da oltre 100 milioni di un'azienda in Danimarca ... e vogliamo essere pronti per cogliere eventuali opportunità sul mercato", ha aggiunto.
La società ha recentemente acquisito la danese Dpa Microphones e la statunitense Eastern Acoustics Works.
A fine giugno l'indebitamento finanziario era di circa 160 milioni di euro. Rcf ha chiuso il 2018 con ricavi pro-forma (che includono le vendite delle ultime due acquisizioni) di 183 milioni di euro, con un Ebitda adjusted di circa 40 milioni.
Vicari, che assieme ad altre due famiglie controlla circa il 70% della società, ha spiegato che nell'offerta, che partirà a inizio ottobre, le famiglie fondatrici non venderanno. Il restante 30% dell'azienda è in mano a Palladio Holding e Amundi Private Equity Funds, che venderanno solo parte delle loro quote.