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Sale la posta in gioco nella sfida tra UniCredit e Intesa

Pubblicato 04.02.2022, 16:11
Aggiornato 04.02.2022, 16:18
© Reuters. Il logo UniCredit è visibile a Siena, in Italia, il 29 giugno 2017. REUTERS/Stefano Rellandini

di Lisa Jucca

MILANO (Reuters) - La battaglia tra i due principali istituti di credito italiani si sta scaldando. A due mesi dall'annuncio di obiettivi sfidanti da parte del nuovo Ceo di UniCredit (MI:CRDI), Andrea Orcel, il suo omologo di Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Carlo Messina, ha risposto con target altrettanto ambiziosi. Gli investitori non hanno ancora decretato un vincitore.

Il nuovo piano industriale di Messina, annunciato oggi, promette di portare il rendimento sul capitale tangibile (Rote) della banca da 52 miliardi di euro al 14%, entro il 2025, dal 9% dello scorso anno. Le cifre superano quelle promesse da Orcel, che punta a un 10% entro il 2024. Intesa ha promesso di destinare a dividendi e riacquisto di azioni oltre 22 miliardi di euro, di cui almeno 18,5 miliardi di euro dovrebbero finire nelle tasche degli investitori entro il 2024, secondo calcoli di Breakingviews. La più piccola UniCredit prevede di distribuire almeno 16 miliardi di euro nello stesso periodo.

Come leader del mercato italiano, Messina ha un vantaggio. L'AD di Intesa ha alle spalle una lunga storia di successi nel garantire redditività e diminuire i costi e questa reputazione dà credito al piano di Intesa, che prevede di tagliare i costi ad appena il 46% del ricavi totali da oltre il 52% dello scorso anno.

Tuttavia Messina ha a disposizione meno carte da giocare nell’M&A. Dopo aver rilevato Ubi Banca (MI:UBI) nel 2020, Intesa non ha più spazio per ulteriori acquisizioni in Italia. Al contrario Orcel, che ha iniziato ad aprile, vuole rafforzare la quota di mercato della banca anche nel Belpaese. "UniCredit è una banca che viene da un periodo di ridimensionamento", ha detto lunedì l'ex numero uno dell'investment banking di Ubs in un'intervista con Breakingviews. "Nel passato più recente al team non è stato chiesto di portare a segno una crescita dei ricavi".

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Il successo del piano di Messina dipende da un ulteriore aumento dei ricavi di Intesa, che passa anche attraverso la vendita di prodotti finanziari. Potrebbe risultare difficile con le nuove rivali digitali che si inseriscono nel mercato. La crescita dei tassi d'interesse in Europa potrebbe dare però una mano: un aumento di 50 punti base nei tassi di interesse in Europa potrebbe far salire di 1 miliardo di euro all'anno i ricavi di Intesa. Tuttavia, Intesa non sta facendo affidamento su questo scenario. Gli azionisti per ora non si pronunciano. Il titolo Intesa scambia poco al di sotto del patrimonio netto tangibile della banca di 2,83 euro per azione. Le azioni di UniCredit valgono circa il 60% del patrimonio netto tangibile, riflettendo il rendimento del 7% lo scorso anno. Se Messina e Orcel saranno in grado di centrare gli obiettivi, ci sarà ampio spazio per un rialzo.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)

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