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2024 anno del soft landing?

Pubblicato 26.01.2024, 09:05
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Il valore della vita non sta nella lunghezza dei suoi giorni, ma nell’uso che se ne fa: si può vivere molto a lungo, ma molto poco" (Michel De Montaigne)

Le banche rinviano la decisione sul cambio di politica monetaria alla primavera. Altamente probabile che dovremo infatti attendere almeno sino a maggio per assistere al primo taglio dei tassi dal novembre del 2021. In questo scenario il mese di gennaio ha deluso le aspettative circa un ulteriore estensione del rally di natale o almeno non è stato un trend così generalizzato. A Wall Street l’indice S&P 500 ha fatto segnare nuovi massimi storici, il Dow Jones invece a ritracciato mentre in Europa le Borse si sono allontanate dai massimi storici. Il vero vincitore di questo inizio del 2024 è stato il petrolio, salito del 6% sull’escalation del conflitto in Medio Oriente e riaccendendo i timori di una recrudescenza dell’inflazione. Ne hanno risentito i rendimenti dei titoli di Stato tornati sui livelli di inizio dicembre sebbene ancora lontani dalla soglia psicologica di allarme ovvero il 5% di rendimento del T-Bond a 10 anni in Usa e del BTP in Italia. Che però il mercato consideri passeggera questa situazione lo si intuisce da due variabili: lo spread BTP-Bund che resta sui minimi da 2 anni e la volatilità sull’S&P 500 cresciuta appena dell’1% da gennaio ad oggi e sempre a ridosso dei minimi storiciMenzione speciale per il Bitcoin calato del 5% da inizio gennaio nonostante l’OK della SEC al primo ETF spot sulla criptovaluta che avrebbe dovuto innescare gli acquisti. Market mover della giornata di oggi è alle 14:30 l'indice prezzi spese personali principali nel mese di dicembre in Usa. Indicatore tenuto in grande considerazione dalla Fed per orientare la politica monetaria. 

2024 anno del soft landing


Sempre più case di investimento sostengono che il 2024 sarà l'anno del soft landing. Lo scenario è sempre più incorporato dalle attese del consenso, pur restando un certo margine di incertezza sulle sfumature che lo caratterizzeranno. Quanto accaduto negli utili 2 anni è stato molto in linea con la teoria economica ovvero gran parte di quello che è successo nel periodo post Covid deriva da fluttuazioni dell'offerta, prima trattenuta dai lockdown, poi rilasciata e ora in fase di normalizzazione rispetto alla domanda. In questo quadro l'inflazione potrebbe verosimilmente continuare a convergere rapidamente verso il target azzerando il rischio di stagflazione e aprendo la strada una politica monetaria espansiva. L'inflazione dell'area euro è attesa infatti molto vicino al target del 2%, a meno di nuovi shock esogeni (per esempio sull'energia). Sul fronte Usa le stime sono invece maggiormente divergenti: la maggior parte degli analisti stima una crescita vicina al potenziale e con un'inflazione in calo, ma ancora lontana dal target del 2%. Quanto al resto del mondo, nel corso d'anno ci saranno elezioni che coinvolgeranno ben 54 Paesi, non tutte avranno delle rilevanti implicazioni di mercato ma quelle che destano maggiore rilevanza sono sicuramente in Sud Africa, dove potremmo potrebbe esserci cambio di governo. Discorso a parte merita la Cina, su cui ci sono molti punti di domanda.

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La diffusione delle nuove tecnologie potrebbe provocare un'impennata dei consumi energetici se non vengono regolamentate in modo appropriato. Proprio come accaduto con l'estrazione di criptovalute, l'uso di nuove tecnologie avanzate aumenta in modo significativo lil consumo di energia in diversi settori, e una mancanza di gestione potrebbe portare a significativi problemi. Ogni interazione online richiede l'utilizzo di server remoti, ovvero macchine situate in centri dati che utilizzano l'elettricità per svolgere le operazioni. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, i data center di tutto il mondo attualmente rappresentano tra l'1 e l'1,5% dell'utilizzo di elettricità a livello mondiale. Una cifra ancora bassa, ma se si prevede una rapida diffusione di nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale, l'industria dell'energia è destinata a cambiare. Un recente documento dell'Università di Washington ha dimostrato che centinaia di milioni di interrogazioni su ChatGPT possono costare circa 1 gigawattora al giorno, equivalente al consumo energetico di 33mila famiglie statunitensi. Un'analisi pubblicata invece a ottobre ha mostrato che Nvidia Corporation, il principale produttore di chip per l'AI spedirà circa 1,5 milioni di unità di server AI all'anno entro il 2027, che, una volta in funzione, potrebbero equivalere all'utilizzo annuale di 85,4 terawattora di elettricità. Si tratta di una cifra superiore al consumo totale di elettricità di diversi piccoli Paesi. Un trend che mette sotto i riflettori tutti gli operatori della filiera energetica ed in particolare quelli attivi nel campo delle fonti rinnovabili che stanno sperimentando soluzioni innovative. Tra questi segnaliamo Redelfi e Altea Green Power ,best performer del listino EGM di Borsa italiana e oggetto di copertura da parte dell'ufficio studi di Integrae Sim.

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