Il Bund, dopo un inizio di ottava sornione, ha ripreso vigore ed ha chiuso la settimana sui massimi ritornando sopra 143,20 in forte ipercomprato.
Tutti i principali oscillatori mostrano forza rialzista sul derivato tedesco anche se il guadagno di momentum, pur continuo e senza interruzioni, si è andato via via affievolendo.
Ne è conseguito un DAX che, sul finire di seduta, venerdì ha recuperato metà della barra ribassista e, insieme, alle borse europee, ha segnato un minimo (7063,5) abbastanza significativo.
Milano ha fatto una capatina sotto i 15000 punti, cosa non piacevole certamente, ma ha disegnato una candela ancora più accentuata nella voglia di rimbalzo rispetto al Dax, facendosi forza non solo dell'ipervenduto di alcuni oscillatori (Stocastico, CCi-s), ma anche dell'appoggio sulla media mobile esponenziale a 200 gg. e di un atr (324,1) tutto sommato in range medio sui minimi dell'anno.
Nonostante nessun segnale long sia stato generato nella seduta di venerdì, la situazione pare essere giunta ad un punto tale che ipotizzare una ripartenza non sia poi tanto fuori luogo anche se, come spesso ci ha abituato il nostro indice, qualche approfondimento e caccia agli stop va sempre messo in conto.
Attenzione quindi alla ripresa delle contrattazioni lunedì, perché un po' di volatilità intraday si è cominciata a vedere e un po' di fibrillazione tra gli operatori pure.
Per meglio monitorare la situazione consiglio di tenere un occhio sempre puntato alle materie prime, petrolio in particolare. Il greggio, infatti, dopo una bella reazione positiva martedì, si è rimangiato tutto con gli interessi nella seduta successiva toccando i minimi della settimana per poi reagire in modo più contenuto nelle ultime due sedute e convalidando l'area degli 84/85 USD/barile come supporto collegato ai minimi di luglio in area 61,8% di Fibonacci. Stocastico in zona di ipervenduto (22), macd in accumulazione e una divergenza sul CCi-s di lungo, lascerebbero propendere per un rimbalzo che dovrebbe fare il paio con quello (possibile ma non certo) sulle borse.
Di recente, infatti, la correlazione greggi/borse è sufficientemente indicativa della capacità di reazione dei mercati azionari che stentano a trovare forza per le sempre presenti interferenze ribassiste dal newsflow politico economico europeo.
Sul forex abbiamo un EUR/USD ricacciato giù dal 61,8% di Fibonacci che ora fa da resistenza importante a 1,3070 e che vede un ultimo supporto su area 1,2650 (non escludo che lo vada a testare con qualche caccia agli stop già lunedì); USD/CAD che torna sopra la parità sfondando la ema200 ma mostrando i primi segnali di ipercomprato (deboli, ma pur presenti); USD/JPY ben respinto dalla ema200 nella seduta di venerdì e pronto a invertire la tendenza sopra 79,60; EUR/GBP ritornato vicino agli 0,8000 e anch'esso pronto a invertire se le borse rimbalzeranno; EUR/JPY strutturato più o meno alla stessa maniera potrebbe aver toccato un minimo a 100,44 ma ha bisogno di borse positive e di un quadro macro più disteso per fornire energia alla truppa.
In sostanza, se l'euro non riprende forza, non vedremo le borse risalire e non vedremo le materie prime riprendere quota, petrolio in primis, a conferma che la morsa della crisi finanziaria è tutt'altro che scemata e che la luce paventata da alcuni politici in fondo al tunnel è frutto della loro pura fantasia, almeno per il momento.
Sante Leone