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Ancora colloqui su sgravi fiscali USA, salgono i casi di Covid

Pubblicato 10.08.2020, 11:38
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Indici azionari asiatici contrastati in avvio di settimana, mentre i future sui listini USA hanno recuperato dopo il calo in apertura. A Sydney (+1,68%), Seoul (+1,43%) e Shanghai (+0,42%) le borse hanno guadagnato, invece l’Hang Seng (-0,36%) ha perso terreno. La borsa di Tokyo è rimasta chiusa per festività.

Questa settimana i trader azionari si concentreranno su due temi importanti: i negoziati sugli aiuti fiscali negli USA e la revisione dell’accordo commerciale fra USA e Cina, che potrebbe essere in pericolo a causa delle crescenti tensioni per Hong Kong e la tecnologia.

Venerdì i legislatori statunitensi non hanno raggiunto l’accordo sul tanto atteso pacchetto di sgravi fiscali, dopo che l’amministrazione Trump ha bocciato un’offerta di compromesso dei democratici. I negoziati riprenderanno questa settimana e ancora non si sa quando o se i due partiti raggiungeranno l’intesa. Il nostro scenario di base prevede ancora un accordo su un pacchetto di sgravi da 1,5-2 mila miliardi di dollari per contrastare la pandemia.

Il ritardo e le incertezze sui nuovi aiuti fiscali USA rendono alcuni investitori nervosi, senza tuttavia intaccare l’ottimismo generale, nella paziente attesa di un’ulteriore espansione degli aiuti fiscali. Il virus sta devastando l’economia USA, pertanto ci si aspetta che i legislatori arrivino a un accordo quanto prima.

Intanto le infezioni da Covid negli USA hanno superato quota 5 milioni; l’ultimo milione è stato registrato nelle ultime due settimane, ciò conferma che la situazione è lungi dall’essere sotto controllo. Per gli investitori non conta il numero di contagiati in sé, a influire sugli umori è piuttosto il modo in cui governi e banche centrali reagiscono alle cifre. Non dovrebbe esserci un deterioramento significativo della propensione al rischio, a patto che non vengano introdotte nuove misure di confinamento e lockdown che influirebbero sull’attività economica.

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I dati sul lavoro di venerdì hanno sono stati fonte di un certo sollievo per gli investitori; le cifre hanno confermato che, il mese scorso, l’economia USA ha creato 1,7 milioni di posti di lavoro nonostante il continuo diffondersi delle infezioni. C’è ancora molta strada da fare prima che il mercato occupazionale USA ritorni ai livelli pre-crisi, ma ogni progresso viene accolto con gioia.

L’attività dei future sul FTSE (+0,72%) e sul DAX (+0,72%) segnala un avvio di settimana positivo, anche se la direzione potrebbe essere offuscata dalla scarsità dei volumi di trading estivi e dall’instabilità della propensione al rischio globale.

Sui mercati valutari, l’USD è stabile sopra il livello a 93. I corti speculativi netti sul dollaro USA sono ai massimi da un decennio, ma si concentrano soprattutto contro l’euro e altre valute di riserva, per cui crescono le probabilità di una brusca correzione rialzista del biglietto verde e un rapido capovolgimento dei recenti rialzi delle altre valute principali.

Lunedì l’EUR/USD viene offerto vicino a quota 1,18. Su questi livelli, i fondamentali non sostengono un ulteriore apprezzamento dell’euro contro il biglietto verde, perché il posizionamento lungo sulla moneta unica è eccessivo. Gli indicatori tecnici segnalano che, su questi livelli, farebbe bene una correzione ribassista. Potremmo assistere a un calo a 1,1635, corrispondente al ritracciamento del 23,6% sul rimbalzo in atto da marzo ad agosto.

Il cable non è riuscito a estendere i rialzi registrati sull’onda della Banca d’Inghilterra (BoE) oltre 1,3185 la scorsa settimana. Nonostante l’opinione sfavorevole della BoE sugli interessi negativi che aveva innescato acquisti in rapida successione dopo la riunione, le colombe della BoE probabilmente continueranno a guidare il mercato, alla luce delle incertezze legate alla pandemia e alla Brexit. E comunque, la fede della GBP/USD oltre 1,30 dipende dall’interesse per l’USD. Un miglioramento potrebbe far scendere agevolmente il cable sotto la media a 200 giorni, pari a 1,29.

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I dati sul PIL britannico, che saranno diffusi mercoledì, dovrebbero dare un’idea della dimensione del danno economico nel secondo trimestre; gli analisti prevedono un crollo superiore al 20% nel PIL del T2. I trader della sterlina monitoreranno anche le cifre sull’occupazione (martedì) e sulla produzione (mercoledì) , che dovrebbero confermare un balzo del 10% circa per il mese di giugno e attenuare l’agonia per le cifre sulla crescita.

L’oro ha aperto la settimana in calo, al ritorno della calma dopo la tragedia di Beirut della scorsa settimana. Un’oncia di oro è passata di mano nella fascia dei $2020/2035. A questo punto, il mercato aurifero è inondato da pesanti posizioni lunghe speculative che, se chiuse, potrebbero far scendere il prezzo del metallo prezioso sotto i $2000 all’oncia. Si osserva un supporto di breve termine a $1980 all’oncia.

Il greggio USA oscilla quasi invariato intorno ai $42 al barile. Una solida resistenza dovrebbe limitare il potenziale rialzo vicino ai $43 al barile, pari alla media mobile a 200 giorni.

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