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Avversione al rischio elevata prima del dato NFP

Pubblicato 06.05.2016, 10:17
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Durante la seduta asiatica è venuta meno la propensione al rischio, in vista del cruciale rapporto sulle buste paga USA.

Il dato di oggi dovrebbe fornire delle indicazioni sul posizionamento degli USA nel ciclo della crescita. Nella regione asiatica, i mercati azionari hanno ceduto terreno, con gli indici compositi di Shanghai e l’Hang Seng in calo rispettivamente dell’1,94% e dell’1,31%. L’indice ASX ha guadagnato lo 0,23%, perché il comunicato sulla politica monetaria della RBA ha segnalato, per il mese prossimo, un probabile allentamento da parte della banca.

L’USD si è rafforzato diffusamente contro le valute G10 e le divise legate alle materie prime. L’EUR/USD ha avuto un andamento a singhiozzo, rimanendo nella fascia ristretta compresa fra 1,1390 e 1,1410, senza una direzione precisa.

Sull’onda della pubblicazione del rapporto della RBA, l’AUD/USD è crollato da 0,7470 a 0,7385. I mercati scontano solo una probabilità del 10% di un rialzo del tasso della Fed a giugno, quindi l’attuale ribasso dell’USD sembra tirato.

In Giappone, il PMI servizi di aprile è sceso a 48,9 punti, il livello più debole da due anni e in calo dai 49,9 punti di marzo. I tanti interventi dei membri della Fed hanno rappresentato un buon intrattenimento per gli operatori. Kaplan (Fed) ha lasciato intendere chela Fed sta ancora cercando di capire quanto vicina sia la piena occupazione per gli USA. Lockhart (Fed) ha detto che non è realistico modificare l’attuale obiettivo d’inflazione, pari al 2%. William (Fed) si è detto ottimista sul raggiungimento dell’obiettivo d’inflazione al 2%. Infine, Bullard (Fed), nel suo intervento preparato, ha evitato di fornire commenti sulla direzione della politica monetaria futura, affermando invece che, l’anno scorso, la volatilità generata dal cosiddetto “taper tantrum” (reazione all’annuncio della riduzione di acquisti di asset) è il risultato di una politica monetaria inefficace.

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Tutti bei titoli per le agenzie di stampa, ma nessuna novità in grado di muovere il mercato.

Nel suo Comunicato sulla Politica Monetaria, la RBA ha segnalato di essere pronta ad allentare ulteriormente la sua politica. La RBA ha rivisto al ribasso, di un punto percentuale, le previsioni sull’inflazione per la fine del 2016. Ciò significa che l’inflazione si avvicinerà al limite inferiore della fascia obiettivo, compresa fra il 2 e il 3%, della RBA.

A nostro avviso, le riunioni di giugno e agosto saranno ideali per una riduzione di 50 punti base del tasso di riferimento, già ai minimi storici pari all’1,75%, che avverrà dunque entro la fine dell’estate. Rimaniamo ribassisti sull’AUD visti gli ulteriori rischi al ribasso per i tassi d’interesse e concretizziamo la nostra impostazione attraverso posizioni corte in AUD/JPY (mirando al minimo di reazione a 77,59).

Durante la seduta europea, gli operatori monitoreranno le cifre sulla produzione industriale in Spagna, il PMI costruzioni in Germania e la discussione sul tasso della banca centrale polacca. L’evento principale, però, sarà indubbiamente il rapporto USA sulle buste paga.

La volatilità sul forex rimarrà bassa fino alla pubblicazione di questo dato importante. La crescita delle buste paga dovrebbe subire un rallentamento, le previsioni parlano di 200 mila unità rispetto alle 215 mila del rilevamento precedente; ciò nonostante, viste le lamentele dopo la diffusione dei dati ADP e ISM sul lavoro, noi prevediamo cali più consistenti. Ci aspettiamo un numero più vicino alle 180 mila unità, che dovrebbe mettere al sicuro i corti esagerati in USD.

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Tuttavia, una sorpresa al rialzo dal dato NFP genererebbe una risposta asimmetrica nell’USD, perché gli operatori dovranno ricalcolare rapidamente la probabilità di un rialzo del tasso a giugno. Una flessione nel tasso di partecipazione dovrebbe spingere il tasso di disoccupazione al 4,8%. Ci aspettiamo che il rallentamento ciclico che emergerà dai prossimi dati economici, dovuto alle deboli condizioni internazionali, inizierà a influenzare i forti mercati del lavoro americani.

Anche se i corti in USD sono pesanti, al momento non troviamo ragioni sostenibili nei fondamentali per tenere l’USD. Quando il fumo intorno ai dati odierni sulle buste paga svanirà, il momentum rialzista dell’EUR/USD dovrebbe riprendersi e la coppia tornare verso la resistenza a 1,1616.

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