Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un piccolo (ulteriore) rialzo sui mercati. Lato Europa, il contributo maggiore è legato senza dubbio ad un allontanamento dello spettro "Hard Brexit", con i Paesi dell'Unione europea che hanno raggiunto un'intesa sul prolungamento al 31 Ottobre della tanto temuta uscita del Regno Unito dall'Europa.
In tutto questo, l'Italia ha presentato la sua "bozza" (provvisoria in questo momento) sui conti pubblici, che già inizia ad agitare gli organi più attenti a questo genere di cose (Commissione europea e FMI con le ultime stime). In tutto questo, per la prima volta da oltre 10 anni abbiamo assistito all'inversione della curva dei rendimenti USA (quelli a 3 mesi hanno superato quelli a 10 anni) fenomeno che in passato ha generato più di qualche grattacapo agli investitori con storni sui mercati azionari a distanza di 6-18 mesi.
Quindi l'investitore accorto, che segue i mercati, forse comincia a farsi qualche domanda in più, alla luce delle ottime performance del primo trimestre 2019 (non solo ha recuperato il pessimo 4Q 2018, ma è riuscito a portare a casa anche un ulteriore profitto), e viene quindi da chiedersi se sia il caso di "portare a casa" i guadagni nell'ottica di capire cosa succede. Come sempre una risposta giusta non c'è (la pianificazione dovrebbe sempre essere in ottica di asset allocation strategica nel lungo periodo) ma una cosa la possiamo dire sicuramente: i dati economici (così come le attese sugli utili aziendali per esempio) dimostrano che il ciclo economico, per quanto positivo, non è più così robusto, e i diversi punti interrogativi ancora pending (dazi USA-CINA-UE, Brexit, Elezioni Europee, rallentamento crescita) non aiutano.
Quindi la cosa che sicuramente possiamo affermare è che questo può essere un ottimo momento per la cosiddetta "asset allocation tattica" (quella di breve) dve riposizionare il proprio portafoglio (o una parte di esso) in vista di qualche maggiore tensione da qui in avanti, magari realizzando qualche plusvalenza da compensare fiscalmente con qualche perdita presente in portafoglio e non ancora scaduta (le minusvalenze si possono recuperare entro i 4 anni successivi).