Era ormai da tempo nell'aria l'idea di voler cambiare il modo di pagare della stragrande maggioranza degli italiani che sono soliti usare i contanti.
Oggi, 1 luglio 2020, è entrata in vigore la norma del decreto fiscale che strizza l'occhio ai pagamenti tramite Pos.
Il termine “POS” cioè “Point of sale”, significa “punto vendita”, anche se una traduzione corretta sarebbe “terminale di pagamento”. Consente il pagamento con carte di credito o di debito.
Si parla di un bonus fiscale del 30% sulle spese bancarie per chi lo utilizzerà, così che gli italiani possano abbandonare, almeno in parte, l'uso del contante in modo da poter anche tracciare tutti i movimenti delle imprese e dei professionisti. Infatti la misura di cui si parla non è per tutti, ma si applica ai professionisti che nell'anno precedente abbiano realizzato ricavi fino a 400 mila euro.
Un dato positivo che ci mostra l'Eurostat (ufficio statistico dell'unione europea) è che rispetto agli anni passati, l'uso dell'internet banking è cresciuto del 37%, ma siamo ancora lontani dal resto dell'eurozona.
I liberi professionisti saranno quasi "vincolati" nel suo uso, perchè in caso di denuncia da parte del consumatore, il decreto fiscale prevede anche delle sanzioni, con un importo di 30 euro più il 4% del valore della transazione rifiutata.
Il limite per i pagamenti in contanti da oggi verrà gradualmente abbassato da 3000 euro a 2000 e dal 1 gennaio 2021 fino a 1000 euro (limite aumentato a 3000 euro dal governo Renzi nel 2016) . Questa mossa da scacchi è mirata a combattere l'evasione fiscale, uno dei grandi mali dell'italia.
Tutto ciò potrebbe concludersi positivamente se non si pensasse che questo decreto potrebbe essere aggirato frazionando i pagamenti in contanti.
Purtroppo il valore economico dell'evasione fiscale è in continua crescita, si stima che nell'ultimo periodo abbia avuto un aumento del +3,9% e in questi anni è arrivato a cifre monstre, più di 200 miliardi.