I mercati negli ultimi giorni hanno vissuto oscillazioni pazzesche. Il Presidente Trump da qualche giorno sta parlando delle prospettive di un accordo commerciale con la Cina, tant’è che oggi è previsto un incontro alla Casa Bianca con il vicepremier cinese. I capi saldi dell’accordo devono essere ancora rivelati (dati i precedenti non ci sarebbe nulla di strano se tutto venisse cancellato prima che la delegazione cinese lasci Washington). Ciononostante gli operatori sperano che si arrivi a un accordo che annulli gli aumenti tariffari previsti per la prossima settimana, gettando in tal modo le basi per un ulteriore accordo. Mercati che stanno scommettendo, come spesso capita, difatti nelle ultime ore abbiamo assistito alla vendita di asset rifugio.
I rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato un picco di periodo, lo yen è uno dei meno performanti nelle principali valute forex (insieme alla debolezza del dollaro) e anche l'oro è sceso. L'euro e le major delle materie prime hanno guadagnato, con azioni e petrolio a seguire. Poi c’è il capitol Brexit. I colloqui tra il primo ministro irlandese e il corrispettivo UK hanno portato entrambe le parti a parlare di prospettive di un accordo prima della scadenza del 31 ottobre. La sterlina ha reagito mettendo a segno i puù important guadagni da marzo. Insomma, ora viene da chiedersi se effettivamente si arriverà all’accordo sia per quanto riguarda Cina-USA sia per quanto riguarda EU-UK.
Per quanto riguarda il calendario economico il dato più importante di oggi è quello relative al sentiment dei consumatori USA. Ricordiamoci che la spesa delle famiglie rappresenta il 70% dell'economia americana. La lettura preliminare delle ore 16 potrebbe portare un calo ulteriore a 92,0 (da 93,2 della lettura finale di settembre). La componente delle condizioni attuali potrebbe diminuire leggermente a 107,5 (da 108,5 a settembre) e la componente relativa alle aspettative dovrebbe scendere a 81,7 (da 83,4).