- Il numero delle offerte iniziali di valute digitali (ICO) dovrebbe scendere nel marzo 2018
- La regolamentazione USA sulle ICO è vaga e una serie di progetti si ritrova sotto indagine
- Le ICO stanno diminuendo per via del dilagare del phishing e delle truffe online
- Ulteriori controlli e dati migliori potrebbero spingere la prossima ondata di offerte di token
La scorsa settimana, ho partecipato ad uno dei maggiori eventi al mondo sugli asset digitali, il Token2049 ad Hong Kong. Fan delle cripto da tutta l’Asia e da altre parti del mondo si sono ritrovati lì per discutere degli asset digitali, dei token basati sulla blockchain e della tecnologia. Inoltre, c’erano un sacco di persone a parlare delle offerte iniziali di valute digitali (ICO), la versione del mondo delle criptovalute dell’Offerta Pubblica Iniziale (IPO) dei mercati azionari. Dire che il numero di persone che parlavano del lancio delle offerte iniziali di valute digitali era enorme sarebbe una minimizzazione.
Secondo un report pubblicato dall’azienda di venture capital FabricVentures e da TokenData, in base alle loro stime, nel 2017 sono stati raccolti più di 5,6 miliardi di dollari. “Il dato è superiore a quello di un miliardo di dollari dei venture “tradizionali” che hanno investito su startup blockchain nello stesso periodo ed ai “soli” 240 milioni di dollari raccolti tramite le vendite di token nel 2016”, si legge nel report.
Fonte: FabricVentures / TokenData
Le ICO hanno permesso di raccogliere miliardi di dollari di capitale tramite la vendita di asset digitali. Ma di recente questi eventi ancora non regolamentati sono diventati oggetto di severi controlli. Durante il Bitcoin Expo sponsorizzato dal MIT e svoltosi sabato 17 marzo, uno dei relatori, Christian Catalini, ha affermato che “tra il 40% e il 50% delle ICO sono al momento sommerse, attestandosi ad un prezzo inferiore rispetto al prezzo dell’offerta iniziale”.
Secondo quanto riportato da news.Bitcoin.com, anche se una quantità sbalorditiva di capitale è affluito nelle ICO, le statistiche per il 2018 mostrano che, delle 74 offerte completate finora quest’anno, il 76% finirà in rosso. Perché tante ICO sono in perdita o, peggio, stanno fallendo? Alcuni danno la colpa alla recente performance debole di token di alto profilo come Bitcoin ed Ethereum.
Tuttavia, monete meno popolari, come EOS, schizzato di quasi il 40% negli ultimi sette giorni, e Cardano, rimbalzato di circa il 12% nello stesso periodo, indicano che sul mercato dei token persiste uno slancio rialzista.
Il controllo normativo USA
Sebbene il clima normativo statunitense riguardante le ICO sia ancora vago, la Securities and Exchange Commission (SEC) al momento ha decine di indagini in corso, focalizzate sullo spazio delle criptovalute. I report indicano che, al 15 marzo, sono stati inviati mandati di comparizione a “decine” di aziende che secondo l’agenzia potrebbero stare violando le norme sui titoli azionari tramite il loro coinvolgimento nelle ICO. In effetti, dai report emerge che le recenti indagini della SEC hanno comportato asset congelati che hanno bloccato il completamento di alcune ICO e costretto alla sospensione del trading di altri token già sul mercato.
Il Wall Street Journal ha reso noto che il conteggio delle ICO di marzo sarà il più basso dallo scorso agosto. Si prevede che a marzo saranno lanciate più di 180 offerte di valute digitali (secondo i dati di Token Report). Questa cifra sarà superiore al totale di gennaio di 175 ma inferiore al dato di febbraio di 197 offerte. I progetti di marzo inoltre dovrebbero far raccogliere solo 795 milioni di dollari, con un crollo del 45% rispetto agli 1,44 miliardi di dollari di febbraio.
Cosa c’è dietro al calo? Yoav Keren, Amministratore Delegato della newyorkese BrandShield, ritiene che una delle principali ragioni per cui le ICO sono al momento in difficoltà dipenda soprattutto dal dilagare del phishing e delle truffe online che sono sempre più in aumento nel settore delle criptovalute, oltre all’assenza di una politica normativa ufficiale in questo campo.
“Le compagnie di criptovalute sono esposte a numerose minacce in tutte le fasi del loro ciclo vitale: durante il processo delle ICO le compagnie che non si proteggono dal phishing rischiano di perdere fondi significativi che vengono trasferiti dai compratori di token ingannati verso siti web truffaldini. Durante gli scambi giornalieri, i titolari di criptovalute rischiano di perdere i loro token per via di varie truffe e di attività di phishing.
Questo mercato risulta particolarmente vulnerabile ai rischi, dal momento che l’enorme quantità di denaro e l’assenza di una governance attraggono i truffatori e c’è poca attenzione per quanto riguarda la sicurezza. Alla fine, ogni truffa ha un effetto onda sulla mancanza di fiducia nel mercato”.
Le ICO rendono i dati pubblici e trasparenti
Nolan Bauerle, direttore della ricerca di CoinDesk, la vede diversamente. Ritiene che le ICO diano l’opportunità agli investitori di puntare sull’innovazione, contribuendo a finanziare compagnie in fase embrionale.
Conclude che il fatto che possiamo misurare il loro successo tramite fondi raccolti e ROI in periodi di tempo così brevi rappresenti sia un risultato della loro trasparenza che una prova di innovazione. Secondo Bauerle, il calo non è che un intoppo statistico temporaneo. Nella sua opinione, i tassi di successo e di fallimento nel mondo delle valute alternative sono, infatti, migliori rispetto all’ambiente delle startup non-cripto.
Bauerle nota inoltre che quando i venture capitalist (VC) regnavano sovrani nella finanza embrionale, il tipo di trasparenza che vediamo nelle ICO era impensabile.
“Il numero di persone che poteva mettere in discussione sia i [fondi] raccolti che i ritorni era [limitato al] gruppo ristretto di VC che erano consapevoli delle opportunità fin dall’inizio. Si trattava di un gruppetto chiuso composto dai soliti VC.
Poiché le cifre sono pubbliche e trasparenti nel mondo delle ICO, ci sono parecchi nuovi partecipanti e un sacco di opportunità da controllare. Detto ciò, i successi e i fallimenti delle ICO avverranno ad un tasso simile a quello dei VC, con la differenza della trasparenza e della capacità di misurarlo pubblicamente sui mercati in tempo reale con milioni di compratori e venditori.
Per la cronaca, i VC accettano che il 90% del loro portafoglio sia destinato a fallire, una percentuale molto più alta rispetto al 40-50% delle ICO che sono scambiate ad un valore inferiore rispetto all’offerta iniziale”.
Il valore dei token non deve essere confuso con il valore del progetto generale della ICO, sottolinea Moshe Joshua, responsabile dei prodotti di Blackmoon Crypto. Secondo lui, c’è un’assenza di dati da parte di chi vende così come ci sono tanti cripto-investitori che vengono influenzati troppo facilmente dal battage e dalla paura di restare esclusi. E questo comporta una proliferazione di disinformazione anziché dati accurati e iper-volatilità.
“Si tratta di un errore comune nella maggior parte dei casi. La volatilità dei livelli di prezzo dovrebbe essere associata alla mancanza di un protocollo standard per quanto riguarda l’analisi delle tattiche di investimento.
Per essere più precisi: in questo momento vi è un’assenza di ricerca da parte dei venditori, segnale che le attuali principali piazze di cripto brulicano di cripto-investitori inesperti che vengono influenzati troppo facilmente nel prendere decisioni affrettate che in effetti fanno da catalizzatori per questi improvvisi movimenti di prezzo. Quindi, in conclusione, nella maggior parte dei casi il prezzo dei token (in dollari) non dovrebbe essere considerato un segnale indicativo del successo o del fallimento di un progetto”.
L’attività delle ICO a marzo potrebbe effettivamente essere rallentata. Tuttavia, l’opinione generale sembra essere che è troppo presto per dire che le ICO sono morte. Piuttosto, l’avvento di ulteriori regolamentazioni, insieme all’attuale o anche maggiore trasparenza potrebbe alimentare la prossima ondata di offerte di token.