Ieri giornata "nera" sui mercati, le borse europee "vedono rosso" trascinate dal PIL tedesco (-10%) e da quello degli Stati Uniti che hanno registrato il PIL peggiore dal dopo guerra (-34%) nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno, diminuendo del -9,5% rispetto ai mesi precedenti.
Per capire la gravità di questi numeri basti pensare che il record precedente era stato -10% alla fine della seconda guerra mondiale e del -8,5% durante la crisi finanziaria del 2008. Le cause sono da imputarsi sicuramente alla diminuzione delle spese personali per i servizi, nonostante gli aiuti, i famosi "helicopter money" del governo americano.
Continuano a preoccupare anche i numeri dei contagi e i dati macroeconomici hanno scatenato miliardi di vendite sui mercati, in particolare il settore bancario, quello delle auto e il settore oil, in sofferenza, con Eni (MI:ENI) che ha tagliato i dividendi dopo il registro dei cali nella trimestrale. Negli Stati Uniti aumentano ancora le richieste dei sussidi, 1,434 miliardi.
L'EUROSTAT prevede un calo del -12,1% per i paesi europei e al netto dei dati possiamo notare che la crisi sta impattando in maniera similare in tutto il globo.
Anche in Italia c'è il "record" negativo storico per quanto riguarda il PIL, -12,4% previsto secondo l'ISTAT. Emerge un tracollo dai circa 430 miliardi nel 2019 ai 356 del secondo trimestre del 2020, circa 75 miliardi sotto i livelli standard. Nonostante ciò il dato è meno pesante di quanto visto in altri Paesi europei vicini, come la Francia -13,8% e la Spagna -18,5%, ed è da collocare in un contesto economico in cui si registrano riduzioni analoghe.
Con la riapertura, si spera che la produzione interna manterrà i componenti più importanti e tornerà agli stessi livelli di produzione.
Il crollo del PIL, in Europa e negli Stati Uniti era previsto da tempo, quello che spaventa probabilmente è l'andamento della curva epidemiologica del Covid, in risalita e di conseguenza un possibile secondo lockdwon porterebbe conseguenze devastanti sull'economia.