Rassegna giornaliera sul mercato forex, 15 agosto 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
I dati più importanti attesi questa settimana sono stati quelli delle vendite al dettaglio e nonostante la spesa dei consumatori abbia superato di gran lunga le attese, gli investitori hanno praticamente ignorato la notizia. Per i nostri lettori la cosa non dovrebbe essere una sorpresa perché proprio ieri abbiamo detto che nulla è più importante delle tensioni commerciali, dei rischi di recessione e dell’incertezza globale. Nonostante la spesa dei consumatori sia schizzata, la Federal Reserve deve abbassare i tassi come conseguenza al peggioramento delle relazioni commerciali USA – Cina, del selloff dei titoli azionari e del cambio del sentimento. Gli USA e la Cina hanno chiarito oggi che il rinvio dei dazi non indica assolutamente un miglioramento delle relazioni commerciali. Il Segretario al Commercio USA Ross ha dichiarato che non c’è stato alcun qui pro quo con la Cina in quanto il rinvio è stato deciso solo per sostenere i consumatori statunitensi. La Cina in tutta risposta ha accusato il Presidente Trump di aver violato l’accordo di Osaka ed ha minacciato di reagire ad una eventuale applicazione di dazi del 10%. Il tono utilizzato da ambo le parti sa fortemente di antagonismo. Finché le cose resteranno tali, gli investitori resteranno nervosi e sarà difficile vedere delle impennate per valute e azioni.
Detto ciò, i dati economici statunitensi di questa mattina sono stati molto migliori del previsto. Le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,7%, superando le previsioni di una crescita dello 0,3%. Escludendo auto e carburanti, la spesa ha segnato il maggior aumento da gennaio. I sondaggi Fed dell’Empire State e di Philadelphia hanno superato le attese, indicando una ripresa nell’attività manifatturiera. Alcuni report sono stati più deboli, come quelli sulla produzione industriale e sulle richieste di sussidio, ma sono passati in secondo piano vista la spesa dei consumatori. Durante l’ultimo vertice della Fed non sono state viste le condizioni di un ulteriore allentamento, ma da allora il selloff dei mercati azionari ed il peggioramento delle relazioni commerciali USA-Cina hanno spinto gli investitori ad aspettarsi due ulteriori tagli dei tassi quest’anno e la banca centrale non ha altra scelta se non quella di agire. Come per le vendite al dettaglio, l’impatto dei dati attesi per la giornata di venerdì sui nuovi cantieri, le concessioni edilizie e l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan potrebbe avere una breve durata.
Il cambio USD/JPY è salito a 106,38 sulla scia delle vendite al dettaglio, ma ha chiuso la giornata vicino a 106. L’unico cambio che ha davvero risentito dei dati è stato l’EUR/USD, che mercoledì è uscito dal range ed è sceso a 1,11. Oltre che dalle relazioni commerciali, il cambio USD/JPY continua a sentire la pressione dei tassi USA. Il rendimento dei Titoli del Tesoro a 10 anni è crollato sotto 1,5% per la prima volta dal 2016 per poi attestarsi poco al di sopra di tale livello. La curva di rendimento che ieri si era invertita si è normalizzata ma non sorprendetevi se curva del rendimento dei Titoli del Tesoro a 2 - 10 anni dovesse invertirsi nuovamente. Sono tassi talmente vicini che piccole variazioni possono fare una gran differenza nella curva di rendimento.
Gli USA non sono stati gli unici a rilasciare dati positivi. In Australia i dati sull’occupazione hanno superato le attese con un ampio margine, con l’occupazione in salita di 41K da 14K. Come evidenziato dal collega Boris Schlossberg, "più significativo è il fatto che 35k posti di lavoro sono full-time e questo indica che la crescita occupazionale resta solida nonostante i venti contrari provenienti dalle tensioni USA-Cina. Tuttavia, l’andamento del tasso di disoccupazione è salito e questa da alla RBA motivo di intervenire nuovamente, anche se di soli 25 punti base." "Visto l’andamento positivo dei dati e le condizioni dei fondamentali l’Aussie potrebbe essere pronto allo short covering se le tensioni dovessero allentarsi".
Nel Regno Unito i dati hanno superato le previsioni, toccando 3,3% da 2,6%, grazie alla spinta delle vendite online. I dati britannici sono migliori del previsto, con un quadro occupazionale stabile, stipendi in salita e spesa dei consumatori solida, in barba alla minaccia di una Brexit senza accordo. Se dovesse essere trovata qualche forma di accordo, il cambio potrebbe tranquillamente salire a 1,2500 o anche di più.