Rassegna giornaliera sul mercato forex, 31 agosto 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Con agosto che volge al termine, la decisione della Federal Reserve di modificare la sua attenzione sull’inflazione la scorsa settimana sta influendo sul dollaro USA. Il biglietto verde scende contro tutte le altre principali valute, ad eccezione dello yen giapponese. Il cambio USD/JPY ha un ritmo tutto suo, malgrado le prese di profitto di fine mese sui titoli azionari USA ed il selloff dei rendimenti dei Buoni del Tesoro USA. E questo potrebbe essere dovuto all’incertezza politica ed economica in Giappone. Una delle principali notizie della scorsa settimana è stata la decisione del Primo Ministro Abe di dimettersi per problemi di salute. Le vendite al dettaglio in Giappone, inoltre, sono scese più del previsto, mentre la produzione di veicoli, gli ordinativi edilizi e le nuove costruzioni hanno continuato a crollare. L’inflazione a Tokyo è scesa, segnale che la deflazione continua ad essere una battaglia in corso in Giappone. Detto questo, il cambio USD/JPY ha chiuso la seduta newyorkese staccandosi dai massimi e dovrebbe tendere al ribasso nei prossimi giorni nella prospettiva di una debolezza dei dati ISM e del report sull’occupazione non agricola. L’indice manufatturiero dell’ISM sarà pubblicato domani e, considerato il calo dell’indice Empire State e del dato della Fed di Philadelphia, ci aspettiamo che riveli un rallentamento in tutta la nazione.
La valuta con la performance migliore oggi è stata il dollaro canadese, salito ad un nuovo massimo di 7 mesi contro il biglietto verde. Le concessioni edilizie in Canada sono scese più del previsto ma, con i casi di coronavirus sotto controllo, le prospettive per la nazione sembrano più rosee di quelle di altri paesi. I dati sul mercato del lavoro sono attesi alla fine della settimana e, sebbene si prevedano meno posti di lavoro ad agosto, il Canada è destinato ad una ripresa più semplice rispetto ai rivali.
Il cambio EUR/USD segna 1,1950 sulla scia della debolezza del dollaro. I dati sull’inflazione tedesca sono stati più deboli del previsto ed i nuovi casi di coronavirus hanno registrato un continuo aumento nel fine settimana in Spagna e Francia. Tuttavia, l’euro è rimasto indenne perché i riflettori questa settimana sono puntati sul dollaro USA. I dati sul mercato del lavoro in Germania saranno pubblicati domani, insieme all’indice IPC sulla zona euro. In base agli indici PMI, il mercato del lavoro si è indebolito, perciò il rischio è di una lettura al ribasso per entrambi i dati.
A breve distanza troviamo il dollaro australiano. L’AUD è al centro della scena questa settimana: sono previsti i dati su PIL del secondo trimestre, vendite al dettaglio, indice PMI, commercio, nonché l’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of Australia. La RBA dovrebbe lasciare la politica monetaria invariata stanotte ma le serrate a Victoria potrebbero rendere la banca centrale più cauta.
Quando la banca si è incontrata ad agosto non ha apportato modifiche ai tassi di interesse, ha previsto una ripresa irregolare ma ha fatto un passo indietro dagli acquisti di bond. Successivamente, il Primo Ministro Morrison ha affermato che il lockdown a Victoria potrebbe costare all’economia il 2,5% del PIL. La fiducia dei consumatori e delle imprese è scesa ulteriormente, con le spese che si sono indebolite. L’attività del settore dei servizi e di quello edile è migliorata, ma questi dati non includono il pieno impatto del lockdown.
Come minimo, la RBA dovrà ammettere che l’Australia è entrata in recessione tecnica nel secondo trimestre (i dati saranno pubblicati dopo il vertice), ma tra le serrate, la recessione e le tensioni commerciali tra Cina ed Australia, la banca centrale avrà pochi motivi per essere ottimista. Nel fine settimana, le tensioni commerciali con il più importante alleato del paese sono peggiorate: la Cina ha avviato una seconda indagine sui vini australiani ed ha arrestato una giornalista australiana di spicco.