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Fincantieri è ripartita, ma la Borsa non se n’è accorta

Pubblicato 27.12.2021, 12:00
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Il 2021 dovrebbe chiudere con un fatturato in crescita del 15% sull’anno precedente e un piccolo utile, dopo la perdita di 240 milioni del 2020. Dall’inizio dell’anno il titolo ha guadagnato solo l’8% ed è decisamente a sconto rispetto ai principali competitor.

Consegnata al gruppo Viking la prima di due navi per crociere al Polo.

Due giorni prima di Natale, Fincantieri (MI:FCT), uno dei principali gruppi di costruzioni navali in Europa, ha consegnato nel proprio cantiere di Søviknes, in Norvegia, “Viking Octantis”, la prima di due unità da crociera expedition per il gruppo crocieristico Viking.
“Viking Octantis”, al pari della gemella “Viking Polaris”, in consegna nel prossimo anno, può ospitare a bordo 378 ospiti in 189 cabine. Le unità sono dotate della certificazione “Polar Class 6” per le spedizioni nelle regioni polari, e hanno dimensioni tali da poter navigare in aree remote e nel fiume San Lorenzo, mantenendo maneggevolezza e stabilità superiori anche con mare agitato.
Secondo il consensus degli analisti, Fincantieri dovrebbe chiudere il 2021 con un fatturato in crescita del 15% a 6,7 miliardi di euro e un utile di 66 milioni di euro, da una perdita nell’anno precedente di 240 milioni.
L’azione Fincantieri registra dall’inizio dell’anno un rialzo dell’8%, dopo essere stata nel 2020 uno dei peggiori titoli di Piazza Affari con una perdita del 40% dovuta agli effetti devastanti della pandemia sul comparto crocieristico/trasporti marittimi.

Titolo a sconto rispetto ai grandi gruppi della cantieristica coreana.


Controllata per il 71% dallo Stato, Fincantieri non suscita molta attenzione fra gli investitori. Secondo MarketScreener, sono soltanto quattro i broker che coprono il titolo, tutti e quatto con una prudente raccomandazione Hold, anche se la media dei target price è 0,77 euro, con un upside di quasi il 30% rispetto alla quotazione odierna di 0,60 euro.
Eppure, dopo il drastico ridimensionamento delle quotazioni, il titolo oggi è scambiato a multipli interessanti e pare a sconto rispetto ai principali competitor, i grandi gruppi della cantieristica coreana. L’Enterprise Value (valore d’impresa) è pari a solo 0,26 volte i ricavi previsti per il 2022, contro le 0,63 volte di Daewoo Shipbuilding e di Hyundai Mipo e le 1,04 volte di Samsung Heavy Industries.
Fincantieri oggi capitalizza in Borsa 1 miliardo di euro, cioè 7,9 volte gli utili previsti nel 2022 (113 milioni di euro). Secondo gli analisti, Daewoo Shipbuilding e Samsung Heavy Industries chiuderanno il 2022 in perdita, mentre Hyundai Mipo e Korea Shipbuilding sono scambiate in Borsa a multipli P/E molto più alti del gruppo italiano: rispettivamente 30 volte e 24 volte.

Debito sotto controllo. Nuovo finanziamento da Intesa e CDP.


Fincantieri dovrebbe chiudere il 2021 con un debito netto di 1 miliardo di euro, invariato rispetto all’anno precedente. Il 23 dicembre scorso la società ha firmato l’accordo con Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per un finanziamento di tipo construction loan “sustainability linked” per un importo massimo di 300 milioni di euro. Si tratta della prima operazione di questo tipo per il gruppo navale e i proventi saranno destinati a coprire le esigenze finanziarie legate alla costruzione di una nave da crociera in consegna nel 2023.
Il finanziamento è definito “sustainability linked” poiché è legato al conseguimento di tre specifici indicatori di prestazione (Key Performance Indicator, “KPI”) presenti nel Piano di Sostenibilità 2018 – 2022 di Fincantieri: la gestione efficiente dei consumi energetici, la sostenibilità della catena di fornitura e la formazione dei dipendenti. Sulla base del raggiungimento o meno di questi obiettivi, si legge in un comunicato, l’accordo prevede un meccanismo al rialzo o al ribasso del costo del finanziamento per Fincantieri, calcolato secondo una griglia simmetrica alla scadenza dell’operazione.

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