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I 2 grandi rischi che potrebbero far saltare l’impennata dei titoli di chip

Pubblicato 26.11.2019, 15:40
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Dopo la possente impennata di quest’anno dei titoli dei produttori di chip per computer, queste compagnie ora hanno poco margine di errore. Gli investitori hanno un’opinione fortemente rialzista sul settore che ha attraversato un grande selloff nel 2018.

L’indice Philadelphia Semiconductor Index, che comprende alcuni dei produttori di chip più grandi del mondo, come Intel Corporation (NASDAQ:INTC) (NASDAQ:INTC), NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) (NASDAQ:NVDA) ed Advanced Micro Devices Inc (NASDAQ:AMD), ha visto un’impennata del 45% nel 2019, superando di gran lunga il rimbalzo del 24% di quest’anno dell’indice S&P 500. L’indice ha segnato un massimo storico l’11 novembre.

Philadelphia Semiconductor Index Weekly Price Chart

I produttori di chip sono stati in prima linea nel boom del settore tecnologico, beneficiando dell’uso esplosivo di smartphone, dell’impennata degli investimenti nel cloud computing, nei centri dati e nelle schede per videogiochi. Ma gli investitori se ne sono allontanati l’anno scorso, quando sono rimasti incastrati sotto il fuoco incrociato dello scontro commerciale, che ha pesato sulla domanda ed ha reso difficile a queste compagnie espandersi in Cina.

Con l’allentamento delle tensioni commerciali USA-Cina e la Federal Reserve pronta a tagliare i costi di prestito se l’economia dovesse affrontare un rallentamento, alcuni investitori prevedono ulteriori rialzi per i titoli dei semiconduttori. Secondo noi, tuttavia, mettersi ad inseguire la ripresa a questo punto del ciclo è pericoloso. Ci sono ancora molte incognite che potrebbero rapidamente mandare all’aria questi rialzi.

Innanzitutto, l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina è ancora un lavoro in corso d’opera e gli investitori conoscono molto poco dei dettagli che potrebbero favorire i produttori di chip. Wall Street continua ad aggrapparsi alle speranze di una svolta nei negoziati commerciali USA-Cina dopo che il Presidente USA Donald Trump venerdì ha dichiarato che l’accordo con la Cina è vicino.

Incertezze sugli utili

Il Presidente cinese Xi Jinping, tuttavia, non ha fornito un segnale altrettanto forte. Al contrario, ha detto che anche Pechino vorrebbe arrivare ad un accordo ma che “controbatterà” se necessario. Se l’accordo commerciale non dovesse esserci o se i termini dell’accordo non dovessero essere in linea con le aspettative degli investitori, i titoli delle compagnie di chip ne resteranno piuttosto scottati in quanto il settore è tra quelli che ne ha beneficiato di più.

Il secondo principale rischio che gli investitori dei titoli chip devono affrontare deriva dall’incertezza legata agli utili futuri. Negli ultimi report trimestrali i produttori hanno inviato dei segnali molto misti.

Nvidia, il principale produttore del settore di chip per schede video da computer, all’inizio del mese ha riportato vendite trimestrali superiori alle attese degli analisti, ma la compagnia ha fornito previsioni deboli, suggerendo che la domanda di chip per schede da videogiochi si sta riprendendo più lentamente del previsto.

Texas Instruments (NASDAQ:TXN) ad ottobre ha dichiarato che “la maggior parte dei mercati si è indebolita ulteriormente” nel terzo trimestre ed ha offerto previsioni sui ricavi del terzo trimestre inferiori alle stime più basse di Wall Street. Texas Instruments viene considerata una cartina di tornasole per il settore dei chip per la sua ampia base clienti e la sua portata geografica.

Questi avvertimenti finora non sono riusciti a smorzare il sentimento rialzista degli investitori nei confronti dei semiconduttori. Secondo le stime degli analisti, il terzo trimestre probabilmente segnerà un fondo del ciclo ribassista del settore. La crescita poi continuerà ad accelerare. Entro il terzo trimestre del 2020, si prevede che gli utili del settore si espandano più velocemente rispetto a quelli delle compagnie software.

Morale della favola

Investire su titoli di chip dopo la forte impennata di quest’anno non ha senso, soprattutto quando le minacce alla loro crescita non si sono ancora del tutto ridotte. Un eventuale sviluppo negativo delle trattative commerciali USA-Cina, altre brutte notizie sul fronte economico cinese ed un possibile rallentamento dell’espansione statunitense sono solo alcuni degli ostacoli che rendono l’evitare i titoli legati ai semiconduttori in generale la scelta più saggia.

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