La Fed getterà un’ancora di salvezza ai mercati delle materie prime questa settimana? O farà sprofondare i prezzi di greggio e oro?
La Federal Reserve terrà il suo vertice annuale di Jackson Hole da giovedì a sabato, con il Presidente Jerome Powell che interverrà venerdì. Ma prima, mercoledì, la banca centrale pubblicherà i verbali del vertice di luglio, durante il quale ha tagliato i tassi per la prima volta in un decennio.
Cosa farà la Fed per i rischi di una recessione?
Per il calendario finanziario globale, il vertice di Jackson Hole sarà importantissimo: gli investitori in tutto il mondo lo seguiranno da vicino per avere eventuali dettagli sulla politica monetaria futura.
Sebbene il discorso di Powell sarà il punto focale, anche altre discussioni che tocchino persino remotamente l’argomento dei tassi di interesse potrebbero innescare movimenti di mercato significativi, soprattutto con gli investitori che si aspettano un altro taglio dei tassi a settembre. Eventuali indizi di una riduzione dei tassi quasi certamente spingeranno i prezzi di oro e greggio.
Anche senza un’aggiunta al taglio di 25 punti base ordinato dalla banca centrale a luglio, gli investitori presteranno molta attenzione per vedere come la Fed intende rispondere ai timori di una recessione scatenati dalla recente inversione della curva del rendimento dei Buoni del Tesoro USA.
Riflettori anche su verbali della BCE e indice PMI tedesco
Oltre a Jackson Hole, ci sarà un’altra banca centrale da seguire questa settimana: la Banca Centrale Europea pubblicherà i verbali del vertice di luglio giovedì, un giorno dopo di quelli della Fed.
Sebbene la BCE abbia lasciato i tassi invariati il mese scorso, ha modificato le linee guida per indicare che i tassi potrebbero scendere ancora. Gettando di fatto le basi per un potenziale taglio a settembre. Ha anche indicato che potrebbe riprendere il suo programma di allentamento quantitativo nei prossimi mesi.
In attesa dei verbali della BCE, gli investitori seguiranno gli aggiornamenti sullo stato di salute del settore manifatturiero e di quello dei servizi della zona euro. I dati sull’indice PMI tedesco saranno seguiti da vicino dopo che la principale economia della zona euro si è contratta nel secondo trimestre, alimentando i timori per la prospettiva di una recessione.
Negli Stati Uniti, l’attenzione sarà rivolta soprattutto alle vendite di case esistenti ed a quelle di case nuove, dati attesi rispettivamente mercoledì e venerdì. Al momento, entrambi sono supportati da una stabile fiducia dei consumatori, dall’aumento dei compensi e dal calo dei tassi dei mutui.
Fattori misti per il greggio
La volatilità pesa sui mercati del greggio ormai da due settimane di fila, con i trader incerti circa la direzione.
La scorsa settimana, l’oscillazione maggiore è avvenuta consecutivamente tra martedì e mercoledì, quando il greggio USA è schizzato prima del 4% sul rinvio dei dazi sui prodotti cinesi, per poi crollare del 3% nella seduta successiva nei timori di una recessione e tra l’aumento delle scorte di greggio. Intanto, l’indice sulla volatilità del greggio del CBOE mercoledì ha registrato la mossa giornaliera maggiore dal 1° agosto, con un’impennata dell’8%.
Le oscillazioni si sono registrate in una settimana che ha visto fattori contraddittori per il greggio. Venerdì, ad esempio, l’OPEC ha pubblicato un report negativo sulla domanda di greggio per quest’anno ed il prossimo. I prezzi del greggio sono ciononostante saliti con un rialzo settimanale, dopo una “impennata di sollievo” delle borse che ha tamponato parte della volatilità della materia prima.
Il greggio West Texas Intermediate ha chiuso la settimana in salita dello 0,7% a 54,87 dollari al barile, mentre il Brent scambiato sulla borsa di Londra è salito di solo lo 0,2% sulla settimana, restando al di sotto del livello chiave di 60 dollari al barile, a 58,64 dollari.
Nel frattempo, il ministero delle finanze cinese la scorsa settimana aveva inizialmente detto che avrebbe dovuto adottare delle contromisure per gli ultimi dazi USA su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi.
Tuttavia, nel giro di 24 ore, il governo di Xi Jinping ha affermato che spera di riuscire ad andare incontro a Washington nello scontro commerciale. Per sicurezza, martedì Trump ha fatto dietrofront dal piano iniziale di applicare i dazi a partire dal 1° settembre, rinviandoli fino a dicembre, su alcuni prodotti fabbricati in Cina come cellulari, portatili ed altri beni di consumo, nella speranza di attutirne l’impatto sulle vendite del periodo natalizio negli Stati Uniti.
L’oro brilla ancora …
I fan dell’oro, nel frattempo, non potrebbero essere più sicuri di adesso dell’impennata dopo aver assistito a tanti anni di false partenze.
Cercato sia nei periodi di stabilità, come bene di lusso, che nei momenti difficili, come rifugio dai problemi economici e politici, il metallo giallo sta vivendo l’anno migliore da quando ha segnato i massimi storici otto anni fa.
Oscillando a poco meno del massimo di sei anni di 1.525 dollari l’oncia, il contratto dei future dell’oro di riferimento sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange è schizzato del 16% sull’anno in corso, con i ritorni annui migliori dal 2011, quando aveva raggiunto il picco storico di 1.911,60 dollari.
Dall’inizio di agosto, l’oro è schizzato di oltre il 6%, o di 90 dollari, tra l’aumento delle tensioni commerciali e gli acquisti costanti da parte delle banche centrali per rispondere ad una raffica di dati economici deludenti in tutto il mondo. Il supporto speculativo fornito dagli hedge fund e gli acquisti indiretti di oro tramite ETF hanno contribuito all’impennata.
I forti fondamentali per l’oro e la relativa azione di prezzo hanno alimentato gli aspetti tecnici. Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com consigliano l’oro come “Strong Buy”, prevedendo una resistenza massima di 1.599,24 dollari sul breve termine.
Alcuni esperti di strategie prevedono un target di fascia alta di 1.820 dollari che, se il prezzo Comex dovesse raggiungere, potrebbe preparare la strada per arrivare al record attuale o persino registrarne uno nuovo.
In una nota sui metalli preziosi della scorsa settimana, Bank of America Merrill Lynch (NYSE:BAC) ha affermato che le banche centrali potrebbero avere ancora molti acquisti da fare per quanto riguarda l’oro.
… Ma attenzione compratori dei lingotti, dice qualcuno
Altri hanno obiettivi meno ambiziosi per l’oro, pur essendo in qualche modo rialzisti.
Dopo impennate giornaliere del 2% o più nelle ultime settimane, l’ascesa dell’oro recentemente è rallentata, con gli investitori in attesa di altri segnali di allentamento da parte delle banche centrali prima di impegnarsi con nuove posizioni long. Per questo motivo, alcuni esperti di strategie tecniche si aspettano un potenziale ritracciamento.
L’attestazione dell’oro sul Comex a meno di 1.526 dollari della scorsa settimana potrebbe essere un segnale per ridurre l’esposizione lunga ed aumentare gli stop protettivi, scrive Michael Boutros, esperto di strategie tecniche sull’oro. “Attenzione ad un possibile esaurimento”, aggiunge.